Viaggiare fa bene al cervello e dà la felicità. Lo dice la scienza

I viaggi sono importanti per i nostri neuroni e quindi rendono felici

Alcuni studi condotti in tutto il mondo hanno dimostrato che viaggiare fa molto bene alla salute e di conseguenza all’umore. Qui di seguito riportiamo le principali teorie e gli studi condotti da medici, psicologi e ricercatori che dimostrano tutti la stessa cosa: viaggiare porta la felicità.

Il cervello è più attivo
Secondo quanto scrive il periodico Focus, percorrere luoghi sconosciuti, degustare cibi mai assaggiati o imparare qualche parola in un’altra lingua sono attività che costruiscono nuove connessioni nel cervello.

Ci sono più neuroni attivi
Il ricercatore Michael Valenzuela, dell’Università di Sydney, ha scoperto che, chi ha viaggiato molto, ha una maggiore densità di neuroni in alcune zone cerebrali. Insomma, si creano nuovi circuiti nel cervello, lo si stimola di più, un po’ come quando si fanno le parole crociate.

Migliora la memoria a lungo termine
Il dottor Gary Small dell’Università di Los Angeles ha scoperto che viaggiare migliora l’efficienza della corteccia cerebrale dorsolaterale, molto importante per la memoria a lungo termine.

Scoprire le diversità stimola il cervello
Secondo alcune ricerche, siamo attratti dai luoghi che sono diversi dalla mappa mentale che ci siamo creati. Scoprire le diversità stimola il cervello e fa venire voglia di partire. Il ricercatore David Botterill sostiene, infatti, che non è la rispondenza del luogo alle nostre aspettative a soddisfare il viaggiatore, ma l’adattamento agli imprevisti e alle sorprese del viaggio.

Viaggiare rende felici
Lo psicologo e ricercatore olandese Jeroen Nawijn ha studiato la correlazione tra felicità e viaggi. Prendendo in esame 481 turisti di Amsterdam, ha scoperto che viaggiare fa sentire soddisfatti della propria giornata il 20% in più rispetto a chi non viaggia. La soddisfazione cresce dal secondo giorno di viaggio in poi, fino al penultimo giorno, prima della partenza. Il penultimo giorno la soddisfazione cala drasticamente, probabilmente per la tristezza di dover tornare a casa. Ma la felicità aumenta nuovamente l’ultimo giorno, forse proprio per la voglia di tornare a casa propria. Un altro dato interessante di questa ricerca è che un viaggio che dura dai 3 ai 6 giorni consente un buon miglioramento dell’umore.