Un viaggio può scatutire molte emozioni, prima tra tutti il resfeber. Negli ultimi tempi, soprattutto grazie ai vari social, è nato un vocabolario tutto nuovo riguardo alle partenze e a tutto ciò che ne deriva soprattutto a livello emotivo. Nuove esperienze hanno bisogno di nuovi termini per essere descritte in maniera appropriata. Tra i neologismi più utilizzati c’è il resfeber che riguarda il momento precedente alla partenza. Si tratta di una parola presa in prestito dallo svedese, ma adattata in altre lingue, prima tra tutte l’inglese. Anche in italiano può essere utilizzata. Certo, i vostri ascoltatori vi guarderanno con gli occhi sgranati.
Letteralmente resfeber significa “inquieto batticuore di chi viaggia prima della partenza, quando ansia e anticipazione s’intrecciano”. Questo sentimento può essere così forte da sfociare in una malattia fisica. Potrebbe assomigliare in un certo senso alla saudade brasiliana, anche se il resfeber è più associato al prima che al dopo di un viaggio. In questo caso, il viaggiatore sente il bisogno di conoscere posti nuovi, ne sente la mancanza anche fisica. Per alcuni è la febbre da viaggio, come il mal d’Africa che colpisce chiunque abbia visitato il Continente Nero.
Ecco, la stessa sensazione è moltiplicata in maniera esponenziale poichè questa febbre colpisce i cosiddetti abitanti del mondo: non è un posto solo che li ha fatti innamorare, ma ogni posto su questo pianeta. Il resfeber e il viaggio che ne conseguono sono figli della cosiddetta wanderlust, ovvero quel desiderio innato, forte e impulsivo di viaggiare per il mondo. Questo termine è così reale da essere entrato nel rinomato Oxford Dictionary. Se però non è abbastanza poetico per voi, allora probabilmente Fernweh farà al caso vostro. È un prestito dal tedesco e letteralmente significa “mal di lontananza”.
Se la wanderlust può manifestarsi anche stando comodamente seduti sul proprio divano nella propria casa, il fernweh è la nostalgia di posti lontani e sconosciuti. Infine, per alcuni Coddiwomple potrebbe sembrare troppo gergale, mentre per altri è una benedizione del cielo. Mentre resfeber si riferisce al momento dell’acquisto del biglietto o della decisione d’intraprendere un’avventura, con questo termine si indica il momento stesso el viaggio e si riferisce all’intenzione di vagare verso una destinazione ignota, senza un itinerario preciso. Questo può valere anche per la vita in una visione più ampia.