Le spiagge con lo spuntino più gustoso

Come scegliere la località di mare giusta in base alla tradizione culinaria

Gelati, cocomeri e “cocco-bbello-cocco-frescooo” saranno anche una consolazione alla calura ma quando la fame chiama all’ora di pranzo i pigri puntano la pizzeria, gli organizzati svuotano le borse frigo e i golosi sono quelli che godono di più. Perché abbinare il divertimento al relax con la tradizione del mangiare bene, forse non sempre leggero, è possibile.

In Liguria a farla la padrona è la focacciafugassa o fugaza – ma è Recco, nel cuore del Golfo Paradiso nella Riviera di Levante, la patria della focaccia col formaggio. Ai crociati che nel 1189 partirono dall’Abbazia di san Fruttuoso fu data una “focaccia di semola e di giuncata appena rappresa“. Oggi quei due strati sottili di sfoglia, fatta rigorosamente senza lievito ma tirata con tanta forza di braccia, inframezzati da uno di crescenza fresca sono tutelati da un consorzio e dal marchio Igp (ora si punta alla conquista della tutela europea). Tra Recco, Sori, Camogli e Avegno i nomi doc sono la Focacceria Manuelina, la trattoria da O Vittorio, il ristorante Vitturin, i panifici delle famiglie Moltedo e Tossini.

Acqua, olio e farina di ceci sono gli ingredienti di un’altra celebre ricetta popolare, quella della farinata. Stando alla leggenda fu la mareggiata che nel 1284 si abbattè sulle galere genovesi, allora impegnate in battaglia contro i pisani, a ridurre in poltiglia il carico di farina di ceci e barili d’olio che era stipato nelle stive. Facendo di necessità virtù i genovesi prima fecero asciugare l’impasto, poi lo misero in forno. Oggi la farinata ligure più famosa è quella della Signora Pia a La Spezia, in Toscana – dove è conosciuta come cecina – si può trovare un po’ ovunque, mentre a Livorno è la torta. I locali migliori in cui comprarla prima di sciabattare in spiaggia sono in un itinerario, Dammi cinque&5…! Pane e Torta (di ceci), preparato dal comune. Se poi non volete farvi mancare qualcosa di dolce non dimenticate i frati, ossia i bomboloni fritti ma senza ripieno.

Nelle spiagge vicine alla riviera del Brenta, da una parte (a Venezia è il cicheto) all’altra fino ad arrivare a Cesenatico, vendono il fritto misto di pesce in cartoccio, di solito abbinato a verdure di stagione. Arrivati in Romagna però la vera regina è la piadina, onnipresente in innumerevoli varianti: tra Rimini e Riccione, ad esempio, si può assaggiare la piada sfogliata, più sottile e croccante. E siccome è difficile proporre degli indirizzi (perfino l’Associazione per la valorizzazione della Piadina Romagnola non ha ancora completato il censimento) ci limitiamo a citare le due arzdore più premiate dalla Piadina d’autore: Maria Cellini, che ha un chiosco a Pievesestina di Cesena e Cinzia Branzaglia col suo chiosco a San Vittore di Cesena.

Scendendo lungo lo Stivale nelle Marcheè la volta delle olive all’ascolana e dei cremini (magari non l’ideale per un pranzo), nel Salento dei pupiddi, pesci marinati nell’aceto e conditi con mollica di pane e zafferano che si vendono in cartoccio, e soprattutto delle friselle (freselle, frise o frisedde, a seconda della zona). Al Sud sono onnipresenti, soprattutto ai bar e ai baracchini vicino alle spiagge: dalla Puglia alla Calabria, dalla Basilicata alla Campania, condite con pomodoro, olio e sale. Le varianti più diffuse prevedono basilico, olive, cipolle, cetrioli e tonno. A Ischia è gettonatissima la zingara: due belle fette di pane cafone con prosciutto crudo, pomodori, maionese e fior di latte.

Arrivati in Sicilia la musica cambia: arancini di riso (con ripieno di ragù, piselli e salsa di pomodoro), pani ca’ meusa (panini con la milza, tappa obbligata l’Antica Focacceria S. Francesco a Palermo), pane e panelle (di farina di ceci) con i cazzilli (crocchette di patate), frittole (ritagli di grassi e cartilagine animale bolliti) e stigghiole (interiora di vitello alla brace). Per un pranzo in spiaggia in pieno agosto meglio non cimentarsi se si è alle prime armi.