Venezia, rivoluzione sui vaporetti: prima i residenti, poi i turisti

Troppi turisti: due code distinte con precedenza ai residenti, i turisti dovranno aspettare

Prima i residenti e i pendolari, poi i turisti, con calma, in una coda separata. A Venezia verrà reintrodotto l’accesso prioritario agli imbarcaderi per i vaporetti per i titolari della Carta Venezia Unica Oro, riservata a chi abita nel centro storico o di chi lo frequenta per motivi di studio o lavoro. Un po’ come negli aeroporti, ci saranno due file: una per la priority line, l’altra per chi dovrà imbarcarsi successivamente, ovvero i turisti.

Nel centro storico di Venezia, abitato da 55mila persone, durante il 2015 i vaporetti hanno trasportato ben 70 milioni di passeggeri, compresi 30 milioni di turisti molti dei quali ingombranti, con tanto di grossi zaini, enormi valigie e macchine fotografiche a tracolla. L’ennesima polemica è scoppiata a Pasqua, con 300mila visitatori sbarcati in due giorni. In un gruppo Facebook che raccoglie i commenti dei veneziani, qualcuno ha postato una foto: “I turisti seduti con le loro valigie in braccio e noi costretti a restare in piedi“.

La sperimentazione, in passato fallita per motivi di costi e di mancanza di spazio per code differenziate, verrà riproposta da giugno a partire da otto imbarcaderi, visto che molti pontili sono stati ampliati. Tre le fermate con priorità ai residenti lungo il Canal Grande: Santa Chiara, la stazione ferroviaria di Santa Lucia e Rialto, più altri cinque: San Marco, le isole di Lido, Murano e Burano e Punta Sabbioni.

“Un lavoratore che esce da una vetreria di Murano dopo otto ore al forno o una mamma che corre per andare a prendere il figlio all’asilo – commenta il sindaco Brugnaro – devono poterlo fare senza doversi accalcare con le comitive e senza il rischio di ritardi. Non si tratta di una discriminazione nei confronti dei turisti, ma di far funzionare meglio Venezia”. E i turisti, che pagano 7,50 euro a corsa in fronte a 1,50 euro di chi esibisce la Carta Venezia Unica Oro. dovranno rassegnarsi o scegliere un’altra meta.