La Maddalena, l’arcipelago delle meraviglie

Alla scoperta degli angoli di questo paradiso immerso nelle turchesi acque della Sardegna

Prima i lavori all’ex arsenale per il G8, poi lo spostamento del summit dei potenti della Terra all’Aquila, infine la sequenza infinita di scandali, inchieste e accuse per le opere realizzate e le autorizzazioni per quelle ancora da realizzare con procedura d’emergenza per gli eventi più disparati. Da tempo non c’è pace per La Maddalena, ma con l’arrivo della bella stagione e la ripresa del calendario turistico-sportivo rinasce la voglia di scoprire ogni angolo di questo paradiso immerso nelle turchesi acque del Tirreno.

Le sette isole principali dell’arcipelago della Maddalena e gli altri 16 affioramenti disegnano una funambolica costellazione di rocce granitiche, che si raggrumano in piccole alture colonizzate da bassi cespugli di profumata macchia mediterranea e si prendono gioco dei cartografi con il profilo frastagliato delle coste. Questo è il regno incontrastato delle barche.

Gustarsi le regate tra le isole diventa così un’ottima scusa per immergersi un questa meraviglia marinara prima che venga assediata dal turismo estivo. Mentre gli skipper sono impegnati a percorrere nel minor tempo possibile i loro bordi, con l’indispensabile aiuto di una barca (solo La Maddalena e Caprera sono accessibili tramite traghetti) si possono prendere le isole come boe e aggirarle per scoprirne spiagge e anfratti. Un’esplorazione completa è quasi impossibile e ogni insenatura vale il viaggio, ma partendo dal porto principale e circumnavigando l’arcipelago in senso antiorario non si possono perdere (anche solo per scoprire la bizzarra origine dei loro nomi) Porto Palma, Cala Portese, Cala Brigantina, Cala Coticcio e Cala Caprese a Caprera; Testa di Polpo, lo Spalmatore, Cala Lunga, Lo Strangolato, L’Uomo Morto, Bassa Trinita, Carlotto e Cala Nido d’Aquila alla Maddalena; le cale Conneri, Canniccio, Bonifazzinca, Corsara, Soraya e Granara a Spargi.

Le maggiori “attrazioni”, opportunamente tutelate dalle norme del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena istituito nel 1996, stanno però nelle isole settentrionali, che si allungano verso le perigliose acque dello Stretto di Bonifacio e le “gemelle” corse di Lavezzi e Cavallo. Budelli è universalmente famosa per la Spiaggia Rosa (il colore le è donato dai gusci sbriciolati di un microorganismo che vive nella folta posidonia), immortalata in Deserto Rosso da Michelangelo Antonioni nel 1964 e accessibile solo con le guide, oltre che per la Spiaggia del Cavaliere (non quello!). Santa Maria risponde con l’omonima Cala e il Passo del Topo, Razzoli con il Passo degli Asinelli e Cala Lunga.

Se dopo tanto navigare aveste voglia di tenere un po’ i piedi a terra e sentirvi protetti, nulla è meglio di un tour delle fortificazioni che da secoli difendono questi naturali avamposti. Forti, opere, batterie per i cannoni e torri sorgono sull’isola madre, Santo Stefano, Spargi e Caprera. Per restare in ambito militare, su quest’ultima si possono visitare i luoghi degli ultimi anni di vita di Giuseppe Garibaldi, mentre sul lato orientale di Santo Stefano ancora si vedono le strutture della base Usa per i sottomarini, a lungo avversata e smobilitata nel 2008. E parlando di ex arsenali riconvertiti, l’ultima tappa del viaggio alla Maddalena non può che essere alla sede del G8 mancato, un complesso avveniristico firmato dall’architetto Stefano Boeri.