I sintomi per scoprire se sei un malato di viaggi (e… non c’è cura!)

Alcuni segnali possono farti capire che non puoi proprio rinunciare a spostarti da un posto all'altro, e il morbo è contagioso!

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SiViaggia

Redazione

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Sei appena tornato a casa e già non vedi l’ora di ripartire per il prossimo viaggio: se conosci questa sensazione potresti aver contratto il morbo del viaggiatore. Sappi che per una simile malattia non c’è cura, potrà solo peggiorare. E ti accompagnerà per il resto dei tuoi giorni. La fortuna è che non sei da solo: ecco dunque i segnali, o forse potremmo anche definirli sintomi, che possono farti capire di essere un malato di viaggi.

Primissimo indizio: se ancora non hai lasciato la tua ultima meta e già stai pianificando la prossima. Tipico ragionamento da ultima sera in trasferta, quando invece di fare un bilancio della gita ancora in corso non puoi fare altro che pensare: “Qui ho vissuto queste esperienze, ecco cosa voglio fare quando ripartirò”.

Appena rincasato, poi, fai caso ad alcuni aspetti della tua vita di ogni giorno: se dopo aver disfatto la valigia ti verrà spontaneo rifarla e lasciarla lì “perché non si sa mai”, sei un malato cronico. Ancora di più se, raggiunta dopo settimane l’agognata doccia di casa tua, ci entrerai in ciabatte. Troppa l’abitudine a lavarti in ostelli, stabilimenti o comunque luoghi condivisi con altre persone… Attenzione poi al numero di SIM telefoniche straniere che hai nel cassetto: rappresentano un vero e proprio termometro della tua febbre da viaggio.

Anche il tuo modo di trascorrere il tempo libero è molto indicativo. Leggi guide turistiche anche solo per divertimento? Ti piace pianificare voli che sai benissimo non sosterrai mai? Ti perdi a leggere recensioni di ristoranti in città che non hai mai visitato? Sei appena tornato e hai l’e-mail intasata di newsletter di voli per tutto il mondo? Allora il morbo è a uno stadio davvero avanzato.

Non è comunque detto che il malato di viaggi sia una persona solitaria, anzi: potrebbe anche frequentare un buon numero di amici e parenti, manifestando però anche con loro il suo problema. Te ne accorgerai se alla domanda “Cosa hai fatto ultimamente?” risponderai “Sono stato a…” o se qualsiasi tuo aneddoto conterrà la frase “Mi è successo quando ero a…”. Ovviamente, poi, non potrai esimerti di proporre a chi ti è caro di accompagnarti in questo o quell’angolo del Pianeta, che ancora non hai visitato o dove vorresti tanto tornare.

Ultimi dettagli tratti dalla vita di ogni giorno. Guarda le pareti di casa tua: se invece di quadri, stampe o poster ci sono mappe e planisferi, hai contratto il morbo. Stesso discorso se usi il costo della vita all’estero come unità di misura per l’acquisto di un oggetto (“Questo televisore nuovo costa troppo, è come passare dieci giorni a Parigi!“). O se, dovendo scrivere qualcosa sui social network, sarà sicuramente su un viaggio già effettuato o da effettuare.

Attenzione, infine: può essere che sui social ti contatti qualcuno che non vedi da anni (un vecchio collega, un compagno del liceo o addirittura qualcuno che nemmeno ricordi chi sia) e che, rapito dai tuoi post a zonzo per il Pianeta, ti chieda consigli su una prossima meta. Proprio quello è il momento in cui potrai trasmettergli il tuo morbo. Che, tra le altre cose, è anche contagioso.