Provenza, cosa vedere e quando andare

Abbiamo attraversato in auto e in bicicletta il Vaucluse, cuore della Provenza

È con l’arrivo dell’estate che la Provenza è al massimo del suo splendore e regala piacevoli sensazioni, che coinvolgono tutti i cinque sensi. Il periodo migliore per visitare questa regione della Francia è intorno alla terza settimana di giugno fino alla metà di luglio, a seconda di come è andata la stagione. In questo arco di tempo i campi di lavanda si riempiono di un incantevole colore violaceo e l’aria è inebriata di un intenso profumo, che si può avvertire anche a diversi chilometri di distanza, e come sottofondo musicale si ha il canto delle cicale.

Zona da sempre amata dagli artisti di tutto il mondo, la Provenza è meta di turisti provenienti da ogni parte del globo che, una volta soddisfatta la curiosità di perdersi in un campo di lavanda, partono alla scoperta dei suoi numerosi pittoreschi villaggi arroccati sulle colline, che spiccano anche per i colori vivaci degli infissi, dei mercati variopinti, dei vigneti a perdita d’occhio, della rigogliosa natura. E proprio per ammirare i suoi paesi inondati di luce, la lavanda che profuma la macchia, abbiamo attraversato in auto e in bicicletta il Vaucluse, cuore della Provenza. Di seguito il nostro itinerario paesaggistico e gastronomico.

Primo giorno
Una volta arrivati a Nizza ci trasferiamo in auto nel Vaucluse, la regione dove i colori e i profumi provenzali raggiungono la loro massima espressione. Dopo circa due ore e mezza di viaggio giungiamo a Pertuis. Un tempo capitale dei Pays d’Aigues, oggi è una cittadina tranquilla, il cui territorio è stato gradualmente assorbito da Aix-en-Provence, antica capitale della Provenza, oggi centro universitario. Qui alloggiamo al Sévan Park Hotel della catena Best Western, dove trascorriamo la notte.

Secondo giorno
Di prima mattina ci spostiamo verso Cucuron, una delle più belle borgate provenzane, con il suo lavatoio, la sua torre, le mura e il suo immenso stagno sulla piazza principale circondato da platani secolari, punto strategico da cui poi muoversi per un giro dei villaggi della collina del Luberon: Ansouis, Lourmarin, Ménerbes, Gordes e Roussilon. Cinque paesi che fanno parte dei “Plus beaux villages de France”. Sulla piazza de l’Etang di Cucuron, dove è stata girata una scena del film “Un’Ottima Annata”, si trova il ristorante La Petite Maison de Cucuron di Eric Sapet. Da un po’ di tempo al sabato mattina Sapet organizza nel suo piccolo locale corsi di cucina per “principianti”. Insieme a lui cuciniamo alcuni piatti tipici del luogo, che saranno anche il nostro pranzo.

Nel pomeriggio ci dirigiamo verso Lourmarin, detto il villaggio dei tre campanili, che da generazioni funge da rifugio per artisti, poeti e scrittori. Negli anni ’60 è stato il ritiro campagnolo e ultima residenza dell’autore premio Nobel Albert Camus. Dopo una visita del paese ci spostiamo alla volta di Ménerbes, uno dei più bei villaggi di Francia arroccato su uno sperone roccioso che si erge tra le verdi pendici del Luberon, dal 2008 gemellato con Grinzane Cavour, in Piemonte. Qui visitiamo la Maison de la Truffe et du Vin du Luberon. Ubicata in una magnifica residenza privata del XVII secolo, questa maison è una vetrina dei prodotti delle specialità della zona, oltre che sala per esposizioni. Nelle sue cantine si trova la quasi totalità dei vini del Parc del Luberon, con un salotto di degustazioni (tutti i giorni ci sono degustazioni gratuite) e un punto vendita. A completare, un laboratorio dove si tengono corsi di degustazione e, da maggio 2009, un’area ristoro dove gustare omelette aux truffes noires, la pomme Isabelle (specialità della casa), salade aestivum.

Terminata la visita si riparte per Gordes, un vero gioiello provenzale che dista solo 30 minuti da Avignone. Paese arroccato sopra la valle Coulon con le case che appaiono impilate una sopra l’altra, oggi vanta lussuosi hotel e ristoranti come La Bastide de Gordes & Spa, una fascinosa residenza cinquecentesca con una vista panoramica impareggiabile sul paesaggio del Luberon e sui contrafforti delle Alpi Marittime. Tra le attrattive principali del paese, attraversato da strade medioevali con porticati e coperture a volta, il cinquecentesco Chateau de Gordes e la chiesa di St-Firmin. Poco fuori si trova il Village des Bories, ora museo di vita rurale della regione, dove si possono ammirare le bories, casupole costruite da lastre di pietra calcarea con pareti che arrivano sino a 1,5 m di spessore.

Terzo giorno
Lungo la strada che ci porta a Villes sur Auzon, dove visiteremo la cantina cooperativa Cave TerraVentoux, che organizza escursioni tra i vigneti a piedi o su bici elettriche (vélo électrique) con degustazioni dei prodotti locali, ci fermiamo ad ammirare l’Abbaye de Sénanque. Circondata da campi di lavanda, è stata restaurata grazie all’Association des Amis de Sénanque e i monaci che vi risiedono vendono ai visitatori i propri prodotti naturali. Una volta arrivati a destinazione saliamo in sella a una bicicletta elettrica per scoprire il vigneto DOC del monte Ventoux, il Gigante della Provenza, il rilievo più imponente a ovest delle Alpi, il cui ghiaione calcareo della cima forma un cappuccio bianco per tutto l’anno. La prima pausa con degustazione delle specialità culinarie del posto è a Flassan, borgo con una pittoresca piazza, tipicamente provenzale. Rimontiamo in sella e pedaliamo fino a una formazione d’ocra che richiama, in proporzioni ridotte, gli scenari dei canyon statunitensi. E via a una nuova degustazione. La Provenza offre infatti una vasta scelta di vini, che ben si sposano con i diamanti neri della Vaucluse e i formaggi di capra.

Il nostro tour alla scoperta dell’eno-gastronomia provenzale è solo all’inizio. Abbandonate le bici ci dirigiamo verso Bedoin dove abbiamo appuntamento con Denis Savanne, coltivatore di zafferano (coltivazione molto antica nel Vancluse, dimenticata e poi nuovamente sfruttata da qualche anno), che propone stage per imparare a piantare, raccogliere e mondare i fiori di criochi, in francese e in inglese. Terminata la visita alla Safran des Papes – Domaine de la Madelène, incontriamo Pierre Silvain, contadino che produce il torrone in modo artigianale con le mandorle e il miele prodotti dalla sua famiglia di agricoltori. Di sua invenzione il torrone alle olive nere da accompagnare con un aperitivo, che vende nel suo negozio-laboratorio di Saint-Didier, dove si organizzano visite guidate.

La giornata sta per concludersi, ma c’è ancora tempo per una visita al mercato agricolo della sera di Velleron, classificato marché d’exception per la qualità dei suoi prodotti. Aperto tutto l’anno (dal lunedì al venerdì), a partire dalle ore 18, vi possono esporre solo solo i coltivatori diretti e i pensionati agricoli. Dopo una visita tra i banchi ci dirigiamo verso Lagnes dove alloggeremo a Le Mas des Grès, hotel di charme gestito da Nina e Thierry Crovara dal 1996, che di recente ha ricevuto il titolo di Hotels au Naturel, riconoscimento attribuito per la prima volta a un albergo dal Parc Naturel Régional du Luberon. Qui durante l’anno Nina e Thierry organizzano corsi di cucina per grandi e piccini. L’albergo, dotato di una piscina estiva e di una sala relax, ha anche una stanza giochi per i piccoli ospiti.

Quarto giorno
Dopo aver fatto colazione all’aperto in giardino con caffelatte, pane con una gustosissima marmellata fatta in casa e un genuino miele ovviamente a base di lavanda, lasciamo Lagnes per dirigerci verso L’Isle sur la Sorgue, conosciuta come la Venezia del Contado e degli antiquari. Trecentocinquanta boutique aperte soltanto il week-end, mercanti di chincaglierie lungo la Sourge e il mercato provenzale della domenica dove comprare qualche souvenir come vasetti di marmellate e di miele, sacchetti di lavanda, cubetti di sapone, essenze, salumi e formaggi, articoli e suppellettili prodotti da artigiani del luogo. Ma se siete in cerca di prelibatezze per palati raffinati il posto che fa al caso vostro è Les Délices du Luberon, una piccola impresa a conduzione familiare specializzata nella produzione artigianale di tapenade (creme di olive) specialità provenzale disponibile in alcune varietà: olive nere, verdi, basilico, mandorle. Prima di far ritorno in Italia, ci fermiamo a mangiare al Restaurant Café Fleurs. Una volta tornati a casa, a ricordarci i profumi della Provenza ci saranno i sacchetti di lavanda acquistati sulle bancarelle di L’Isle sur la Sorgue.