Otranto, bellezza abbagliante

Nelle giornate più limpide da qui si vedono le alture dell’Albania. E a poche miglia si trovano le Isole di Diaponte della Grecia. Siamo a Otranto, nel Salento, in una delle località di mare più suggestive d’Italia.

Il posto ideale dove partire alla scoperta di questo gioiellino del Basso Adriatico è il lungomare. Tra negozietti, ristoranti, bar e pasticcerie, dove è d’obbligo fermarsi per gustare un pasticciotto (dolce tipico fatto di pastafrolla farcita di crema), svettano le palme. Dall’altra parte un’acqua cristallina abbracciata una stretta lingua di sabbia soffice vi lascerà incantati. Proseguendo si arriva ai giardini pubblici, che i salentini chiamano “la villa“. Nelle giornate più calde si trova ristoro sulle panchine, all’ombra delle curatissime piante, piluccando mandorle fresche o semi. S’imbocca via Vittorio Emanuele, alla fine della quale s’incontra la Porta Terra, che introduce nelle mura. Porta Alfonsina segna l’ingresso nella roccaforte. Inizia lo snodarsi di viuzze e vicoli tra le bianche facciate delle pittoresche casette, ed è tutto un pullulare di locali tipici e negozietti dove fare incetta di souvenir, che siano olio d’oliva extravergine, conserve, sottolio e sottaceti, piuttosto che oggetti artigianali, come bellissimi copriletti ricamati a mano o lampade e soprammobili intagliati nel tufo leccese. Seguendo Corso Garibaldi si arriva a Piazza del Popolo, sormontata dalla Torre dell’Orologio. Da qui si raggiunge la Porta a Mare: scendendo dalla scalinata in legno si raggiunge il porto. Ma per ammirarlo in modo più suggestivo il consiglio è di salire sul Bastione dei Pelasgi.

Stretta com’è tra i vicoli in pietra viva del centro storico, la Cattedrale spicca nel blu del cielo con il suo bellissimo rosone. Al suo interno c’è un grandioso mosaico che occupa praticamente tutta la superficie pavimentare. L’artefice di questa meraviglia artistica unica nel suo genere fu il monaco Pantaleone. Rappresenta un gigantesco albero della vita: sui suoi rami troviamo raffigurate le scene dell’Antico Testamento, il Paradiso, l’Inferno, i segni dello zodiaco e perfino un misterioso Re Artù, postumo rispetto all’opera. Nel mosaico viene raffigurata la Scacchiera, simbolo dei Catari adottato poi dai Templari. In fondo a una delle navate laterali si stagliano tre enormi teche che contengono i resti mortali degli 800 martiri di Otranto. Dietro l’altare c’è la pietra dove i mori tagliarono le teste alle loro vittime. Nel luglio 1480 i pirati turchi guidati da Gedik Ahmed Pasha attaccarono la città, che non riuscì a resistere a lungo. Dapprima la popolazione si rifugiò nella cittadella, poi anche il castello venne espugnato. Il 14 agosto 800 superstiti dei combattimenti che avevano rifiutarono di convertirsi all’Islam vennero decapitati sul colle della Minerva. Dal 13 al 15 agosto si celebrano i Santi Martiri, e per l’occasione la città si veste a festa, accesa dalle luminarie. Un altro suggestivo appuntamento è la festa della Madonna dell’Altomare con la processione in barca, che si tiene la prima domenica di settembre.

Poco distante dalla cattedrale sorge l’imponente Castello Aragonese, una fortezza circondata da un fossato che si stende lungo l’intero perimetro .

La città ha piccole e incantevoli spiagge. A Sud si trova il Golfo dell’Orta, con le sue scogliere, insenature e la pineta. Per trovare lunghe distese ci si deve spostare a Nord, in direzione Laghi Alimini. Qui, tra dune e macchia mediterranea, si trovano chilometri e chilometri di sabbia bianca finissima, acqua bassa e cristallina. Poco lontano dalla Baia dei Turchi, a pochi metri dalla riva, giacciono incagliati al fondale i resti della nave Dimitros. Ancora più a Nord s’incontrano Frassanito, amatissima da chi pratica windsurf e kite-surfing, e Conca Specchiulla. Il mare di qui di certo non vi deluderà.