Gozo, l’isola della “gioia”

E' la destinazione turistica principale della prossima stagione maltese

A chi arrivasse sull’incantevole isola di Gozo per la prima volta, apparirebbe chiaro fin da subito come e perché Calypso riuscì a “tenere prigioniero” qui (secondo gli storici sarebbe questa la mitica Ogygia) l’Ulisse omerico per ben 7 anni, rimandando di molto il suo ritorno a Itaca. D’altra parte, se gli antichi greci la chiamarono Gaulos, tradotto poi dai romani in Gaulum (in latino coppa), per via della sua particolare forma, gli arabi ne vollero cambiare il nome in Ghaudex, così che oggi il la parola Gozo deriva il suo significato dalla parola castigliana che vuol dire gioia. E non a caso. Situata nel cuore del Mediterraneo, a meno di cento chilometri dalle coste siciliane, separata da appena cinque chilometri di mare dalla più conosciuta Malta e grande tre volte tanto essa, questa piccola isola del Mediterraneo è infatti da sempre amata da turisti e viaggiatori che qui trovano un vero e proprio buen retiro dal sapore tutto mediterraneo, un piccolo Paradiso in cui perdersi e ritrovarsi.

Gozo è un luogo tranquillo e semplice, mistico e incontaminato, rimasto quasi immutato nel tempo, capace di riportare chi lo visita indietro nel tempo e nello spazio. Qui il relax e il clima mite e temprato tutto l’anno, si incontra e si fonde col piacere di passeggiate immerse nelle natura, lungo spiagge meravigliose e di interminabili nuotate nelle acque cristalline, ma anche col mistero degli antichi templi megalitici di Ggantjia, situati a Xaghra (due dei sette dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO), una sorta di Stonehenge risalente all’età del rame, un tempo considerata opera dei giganti e così ante-litteram da fare scrivere a più di uno studioso che il mondo sommerso di Atlantide fosse proprio questo. Non stupisce, quindi, se proprio qui viene commemorato ogni anno il fascino di una cultura millenaria come quella del Mare Nostrum col Mediterranea Festival, giunto ormai alla sua settima edizione. Un evento che quest’anno (dal 20 ottobre al 22 novembre) è stato pensato proprio per ricordare i 7000 anni di cultura attraverso un caleidoscopio di eventi che avranno come incipit la messa in scena della Turandot, l’intramontabile opera rimasta incompiuta di Giacomo Puccini, del quale ricorre il centocinquantesimo anniversario della nascita.

E se da una parte cultura storia e archeologia soddisfano la fame di conoscenza, dall’altra la meravigliosa natura conquista sportivi e appassionati, delle rocce e del mare: a Gozo è infatti possibile praticare, tra l’altro, equitazione e freeclimbing, ma è anche famosa fra i subacquei per essere uno dei migliori luoghi dove immergersi alla scoperta di porti naturali e baie (come la Xewkija, l’Inland Sea e la spettacolare Dwejra Bay) alcune delle quali raggiungibili solo in barca, insenature, grotte (quella del Corallo, ma anche il suggestivo Antro blu, a esempio), banchi di scogli e rocce dalle forme più inusuali (Roccia del Fungo, Roccia del Coccodrillo) e relitti, come quello dell’Imperial Eagle che giace a una profondità di 42 metri a circa 300 metri a Nord-ovest di Qwara point, non distante dalla statua del Cristo benedetta da Papa Giovanni Paolo II nel 1990 e poi successivamente immersa a protezione dei pescatori Maltesi.

Fra i luoghi assolutamente da non perdere la vista mozzafiato della Finestra Azzurra, la roccaforte di Vittoria (conosciuta anche come Rabat), cittadella medievale e cuore pulsante dell’isola,specialmente quando il principale mercato, It-Tokk, prende vita, che domina l’intera le strade in Gozo e racconta di tutte le dominazioni e le trasformazioni che qui si sono succedute, dagli arabi ai normanni ai Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni e in cui l’antico incontra il moderno grazie all’architettura avveniristica e sotterranea dell’Ipogeo (classificato dall’Unesco come patrimonio dell’umanità). Gharb, il piccolo villaggio sul lato occidentale dell’isola (Gharb significa per l’appunto Ovest) coi tipici edifici decorati con i famosi balconi in pietra. Il paese di Xewkija, dominato da una grande chiesa costruita nel 1971 in risposta alla Mosta Rotunda di Malta e realizzata in modo del tutto simile (cioè sovrastando un’antica chiesa successivamente demolita).