Il festival di Woodstock ricordato in un museo

A Bethel, a Nord di New York City, ha sede il Museum At Bethel Woods

Se state accarezzando da tempo l’idea di dare un morso alla Grande Mela, approfittatene ora e non mancate di inserire nel vostro itinerario un nuovo must: Bethel, località a Nord di New York, sede del Museum At Bethel Woods, che celebra i fasti del festival di Woodstock, che radunò in quella cittadina 400mila giovani a partire dal giorno di Ferragosto del 1969.

Sesso, droga e rock and roll: oltre agli artisti sul palco – da Joan BaezJoe Cocker, Jefferson Airplane e Jimi Hendrix – nessuno dei presenti, tra il pubblico, potè dimenticare l’happening musicale più travolgente e rivoluzionario (sul piano del costume) che mai si fosse visto. Un momento topico al quale Alan Gerry, miliardario grazie al business della Tv via cavo, ha voluto con tutte le forze dare dignità storica e artistica in un’esposizione permanente che rievocasse gli Anni Sessanta.

Documentari, film, oggetti d’epoca, fotografie, poster, dischi, memorabilia e testimonianze personali: tutto, di quell’epoca, diventa a Bethel reliquia della controcultura giovanile che consumò il conflitto generazionale e il ribellismo politico all’insegna dello slogan “peace, love and music“.

Il museo multimediale voluto da Gerry – che si estende su una superficie di 240 ettari ed è costato 100 milioni di dollari – comprende un centro espositivo di mille metri quadrati che ripercorre la storia di quegli anni, dalla crisi di Cuba, all’assassinio di Kennedy e di Martin Luther King, fino alla guerra del Vietnam. «Se ora abbiamo potuto avere una donna e un nero concorrere per la Casa Bianca – ha detto la leggenda della musica folk Richie Evans – è grazie a questa eredità».

Avreste voluto esserci, a Woodstock, e vivere negli Anni Sessanta? O vi accontentate di sentirne parlare e di visitare, se possibile, un museo a tema?