I cimiteri più belli da vedere

Luoghi monumentali e misteriosi da visitare, ecco una lista dei cimiteri più curiosi

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Redazione

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«Le tombe sono i veri monumenti del viaggiatore» scrisse Chateaubriand, suggerendo quanto fosse necessario soffermarsi su quei frammenti di vita per poter davvero comprendere il significato del luogo in cui ci si trova. Non è necessario scomodare pure Foscolo e Goethe, basta aver passeggiato almeno una volta per i viali di un cimitero, aver visto statue ed epitaffi, per capire che è anche in queste Spoon River a cielo aperto che si impara a conoscere un popolo, la sua cultura, il suo folklore e le sue leggende. Scrigni di gioielli architettonici, statue e poesie, riservano molte sorprese. Come quello di San Vicente, un paesino boliviano a 4500 metri di altitudine, dove non cresce un filo d’erba ma solo terra e vento, dove la vita è legata alla miniera e la morte alle tombe di Butch Cassidy e Sundance Kid.

Constance Mary, figlia di Horace Lloyd, Q.C“: pare che quando Oscar Wilde arrivò al cimitero di Staglieno a Genova (tra i patrimoni dell’Unesco), rimase costernato nel vedere che la famiglia della moglie non aveva messo il suo nome e decise di farlo aggiungere. Per inciso lo scrittore era da poco uscito dal carcere di Reading, dove era stato imprigionato per omosessualtà. Pochi anni dopo lui stesso moriva a Parigi e oggi la sua tomba è ricoperta di baci col rossetto a Père Lachaise e frutto di un pellegrinaggio continuo e instancabile, quasi al pari di quello per Jim Morrison. Nel dedalo dei vialetti, chi è senza cartina non ha che da leggere sulle pareti delle cripte per arrivare al Re Lucertola. Genio e follia, virtù e sregolatezza. Sono in buona compagnia, tra Chopin e Apollinaire, Honoré de Balzac e Rossini, solo per citarne alcuni. La Ville Lumiere e il cimitero di Père Lachaise, un binomio che sarebbe un peccato non onorare.

Il Guardian lo aveva classificato tra i cinque più belli al mondo, insieme al Recoleta di Buenos Aires (dove si trova Evita Peron), a quello di Tikhvin a San Pietroburgo (Dostoevsky, Rubinstein e Tchaikovsky), al St Louis n.1 di New Orleans (qui è d’obbligo andare alla cripta di Marie Laveau, regina del vodoo morta oltre un secolo fa) al St. Mary di Whitby, affacciato sulle scogliere, che ispirò Bram Stoker nello scrivere Dracula.

Molti altri non avrebbero sfigurato. Come l’allegro cimitero di Sapanta, in Romania, Okunoin sul Monte Koya in Giappone, o l’antico cimitero ebraico di Praga la cui aura spettrale risale al XV secolo, quello di Highgate, dalle atmosfere gotiche e vittoriane, o ancora il cimitero protestante al Testaccio di Roma (detto anche acattolico o degli inglesi). «Questa tomba contiene i resti mortali di un GIOVANE POETA INGLESE che, sul letto di morte, nell’amarezza del suo cuore, di fronte al potere maligno dei suoi nemici, volle che fossero incise queste parole sulla sua lapide: Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua» si legge nell’epitaffio di John Keats. Qui è sepolto anche l’ultimo dei Beat, Gregory Corso: «Lo spirito è vita, scorre incessantemente attraverso la mia morte come un fiume senza paura di diventare mare».