Giornata nazionale delle Oasi WWF

Domenica 19 aprile si festeggia la giornata nazionale delle Oasi WWF. Aperta al pubblico anche la tenuta presidenziale di Castelporziano

Il mese di aprile è interamente dedicato alla salvaguardia del Pianeta e ricorrono alcuni appuntamenti molto importanti. In attesa della Giornata Mondiale della Terra, che cade il 22 aprile (Disney lancerà il docufilm Earth – La nostra Terra proprio per l’occasione), il 19 ricorre la Giornata nazionale delle Oasi WWF, cento aree protette in tutte le regioni d’Italia per un totale di 30.000 ettari.

 

Si chiamano Oasi perché sono vere e proprie roccaforti di biodiversità e ultime testimonianze di paesaggi in cui la natura è incontaminata.

 

Nelle Oasi del WWF sono compresi quasi tutti gli ambienti naturali: dalle praterie alpine alle coste di gesso, dai canyon selvaggi alle cascate, dalle grotte ai boschi, dalle foreste mediterranee alle cime innevate fino alle steppe.

 

Ci sono aree che, senza l’intervento di associazioni di questo tipo, oggi non esisterebbero più, ma sarebbero abbandonate al degrado e sottoposte allo sfruttamento da parte dell’uomo.

 

Centinaia di animali e piante in via di estinzione, grazie alle Oasi, hanno trovato un rifugio sicuro, come il cervo sardo o il lupo, che è tornato a popolare molte zone montane d’Italia.

 

Solo in occasione della giornata dedicata alle Oasi, si potrà visitare anche Castelporziano, la tenuta presidenziale alle porte di Roma che apre eccezionalmente al pubblico dalle 9 alle 15. E’ stato anche istituito un bus navetta gratuito che parte da Piazza Amerigo Vespucci (Ostia, stazione Metro C. Colombo) e arriva al Cancello della Principessa (uno degli ingressi della Tenuta).

 

Dopo aver invaso alcune città del mondo, sabato 18, 1600 panda (simbolo del WWF) fatti di cartapesta invadranno Piazza del PopoloRoma per lanciare un messaggio globale.

 

Queste giornate hanno lo scopo di raccogliere fondi per effettuare interventi di restauro: Per esempio, ad Alviano (Terni) si devono ricostruire i sentieri danneggiati dalla piena del Tevere dello scorso inverno, a Monte Arcosu, in Sardegna, servono per difendere il cervo sardo dal bracconaggio.