Le Isole Faroe, un mondo a parte

Le isole Faroe possono sembrare primordiali e forse lo sono davvero

Le Isole Faroe possono sembrare primordiali e forse lo sono davvero: i suoi abitanti qui sono ospiti, perfettamente inseriti e a proprio agio come le onnipresenti pulcinelle di mare, ma pur sempre ospiti di una natura padrona. In questo arcipelago che emerge al centro dell’Atlantico del Nord ci si può sentire molto lontani dall’Europa e dalle sue città. Gli abitanti, circa 50mila, vivono soprattutto sull’isola di Streymoy e a Klakvisk, sull’isola di Nordoyggjar, la seconda città più popolata dopo Torshavn. Fuori dai centri abitati ci sono solo la solitudine dell’oceano, la brezza che soffia, i versi degli uccelli che si librano in cielo e le onde che si infrangono sulle rocce.

Le città e i villaggi, con le casette colorate e i tetti coperti d’erba, sorgono vicino al mare, spesso intervallati da montagne e circondate da vallate di un verde intenso e pungente ma non è difficile spostars, sia perché le strade sono ben tenute sia per l’efficienza dei trasporti locali. Alcune isole si possono raggiungere via traghetto, attraversando ponti o tunnel sotto l’Atlantico.

Qui il tempo è imprevedibile, si possono provare tutte le stagioni in una sola giornata, ma il periodo migliore per visitare le Faroe sono la tarda primavera e l’estate che comunque non è mai caldissima: la temperatura media nei mesi estivi è di 11 gradi.

Le Faroe si lasciano visitare in tanti modi: esplorando scenari pittoreschi, come la vista che si gode dallo Slaettaratindur (882 metri), la montagna più alta dell’arcipelago, o girando per le isole più a Nord (Kalsoy, Kunoy, Svinoy), andando a cavallo, in canoa o pedalando in mountain bike, facendo trekking, andando per i musei alla scoperta delle tracce lasciate dai vichinghi (a partire dalla lingua ufficiale, il faorese), che arrivarono qui nell’825 cacciando senza troppi complimenti i pochi monaci irlandesi sbarcati duecento anni prima.

Da segnalare sull’isola di Streymoy la visita alla parte vecchia di Torshavn, una delle più piccole capitali al mondo, con i suoi negozietti di maglieria, lane colorate e design locale, il palazzo del parlamento e la fortezza di Skansin; Risin e Kellingin (Il Gigante e La strega) a Eysturoy, due formazioni rocciose che narrano la leggenda di quando i giganti dominavano l’Islanda e si contendevano queste terre; la cattedrale non finita di Kirkjub?ur; l’isola di Nolsoy e il villaggio di Kornadalur dove si dice abbiano trovato rifugio una principessa ripudiata dal padre, re di Scozia, e il suo amato. Qui c’è una delle più grandi colonie di procellarie, piccoli uccelli che volano di notte e vivono decisamente più tranquilli delle buffe pulcinelle di mare: alle Faore le cucinano stufate e sono un piatto tipico con il salmone e la carne di balena.

Manuela Magistris