Dormire in un museo: l’esperimento del Guggenheim

Il bizzarro esperimento si è realizzato tra l'ottobre 2008 e il gennaio del 2009

Dormire in un museo cult, tempo dell’arte contemporanea? Il bizzarro esperimento si è realizzato tra l’ottobre 2008 e il gennaio del 2009, nientemeno che al Museo Guggenheim di New York. Per fronteggiare la crisi, il celebre tempio dell’arte contemporanea della Grande Mela aveva allestito, grazie alle maestranze dell’artista belga Carsten Höller, una camera da letto avveniristica, la Revolving Hotel Room, installata su una piattaforma girevole.

Il costo dell’inedito posto letto variava dai 300 a 800 dollari a seconda del periodo in cui era stata prenotata, con le cifre più elevate ovviamente nei periodi di alta stagione come Natale e Capodanno. Inclusi nel prezzo una vestaglia, un paio di pantofole e la prima colazione – servita a letto prima delle 8.30 prima dell’apertura del museo – a base di caffè e croissant offerta da Walfort Astoria, uno degli sponsor dell’iniziativa.

Incredibile ma vero, la prospettiva di aggirarsi in pigiama in mezzo al personale della sicurezza non ha imbarazzato né dissuaso i più, tant’è che l’offerta – valida per una persona, massimo due, per volta – ha registrato il tutto esaurito e tra gli ospiti che si sono assicurati una notte memorabile c’era anche, in prima fila, l’attrice Chloe Sevigny. Nancy Spector, responsabile del Guggenheim e organizzatrice dello sleepover, dichiarava: «E’ un sogno per un collezionista. Perché puoi ammirare l’arte di notte, senza fretta, folle e interruzioni».

Quella di Höller non è stata l’unica stanza d’autore a essere stata allestita in quel periodo: l’Hôtel Everland, un albergo fatto da un’unica camera firmato da Sabina Lang e Daniel Baumann,  è rimasta posizionata fino al 31 dicembre 2008 sul tetto del Palais de Tokyo di Parigi.