Diario di Viaggio Evento: 1° puntata

La compagna di viaggio che non ti aspetti…

Mi chiamo Michela, amo scrivere, vivo a Milano e l’estate scorsa ho vissuto una delle esperienze più belle della mia vita. Per questo voglio raccontare cos’è stato per me il Viaggio Evento con ScuolaZoo, anche se non è cosa semplice. Non so perché ho deciso di trascrivere ogni dettaglio su un diario per poi per farne un racconto… forse per fare in modo che ciò che ho vissuto non venga dimenticato ma, dopotutto, come potrei mai dimenticare?

Inizia il mio racconto di viaggio, o meglio, la mia prima “puntata”. Buona lettura!

Tutto è cominciato in una calda mattina del 13 Agosto, alla fermata dell’autobus: Silvia, la mia compagna di banco e di disavventure, era in bermuda chiari e canottiera blu, valigia alla mano e, in faccia, la baldanzosa espressione di chi è pronta ad affrontare il mondo; io, con un modesto vestitino a fiori e un ingombrante cappello a tesa larga, cercavo in tutti i modi di sorridere nonostante avessi l’umore sotto le scarpe. Ero stata lasciata dal mio ragazzo da poche settimane e non mi ero ancora ripresa dalla delusione cocente.

“Non stai pensando a Leonardo, vero?” mi chiese Silvia, guardando di sottecchi il mio viso sciupato.

“Sì, ci penso… ogni tanto”.

“Stiamo per caso andando a Corfù per pensare? Smettila di pensare! Divertiti e dai libero sfogo alle sensazioni!” Silvia aveva allargato le braccia, come a voler gettare amore attorno a noi. “Non devi perdere il tuo ottimismo per colpa di un ragazzo”, aveva aggiunto.

“Neanche se quel ragazzo è Leo?” avevo replicato io, che ancora lo amavo e soffrivo. Avevo così tanti bei ricordi di momenti vissuti con lui a convincermi del fatto che fossimo nati per stare insieme…
“Il capitolo Leonardo è chiuso. Per sempre”, cercò di convincermi lei. “La vera vita comincia adesso, con me, te, ScuolaZoo, e un sacco di ragazzi…”

Lì, in quella fermata d’autobus, c’erano altri partecipanti al viaggio che, come noi, erano appena usciti dall’incubo degli esami di maturità e desideravano trascorrere una vacanza da sogno. Ce lo meritavamo, tutti. Riconobbi, tra tanti volti sconosciuti, anche qualche ragazzo della mia scuola. “Guarda, c’è persino Beatrice Carli della 5° F, la secchiona! Cosa ci fa lei qui?” feci notare a Silvia. Ma lei era più interessata ad individuare i soggetti più carini, fra le persone che già si accalcavano per salire sul pulmino. “Ho visto un tipo davvero niente male. Andiamo, dai!” Mi prese sottobraccio, trascinandomi con sé. Le ero grata di aver prenotato quella vacanza; in alternativa, avrei dovuto trascorrere l’estate chiusa nella casa al mare dei miei genitori a piangere per la mia relazione d’amore perduta. Leo era stato di una crudeltà indescrivibile con me: il nostro rapporto aveva cominciato a raffreddarsi durante il periodo di intenso studio che precedeva gli esami, ma non avrei mai creduto che stesse meditando di lasciarmi così improvvisamente e senza una spiegazione. “Michela, è finita”, aveva detto, incurante della mia incredulità. Nessuna spiegazione. Forse aveva un’altra o forse, semplicemente, non gli piacevo più. E se Silvia avesse avuto ragione? Se Leo, lasciandomi, mi avesse fatto un favore senza saperlo? Dovevo cercare di godermi l’estate, conoscere gente nuova, ballare, bere, ridere, baciare, e cantare a squarciagola, e vivere.
Stavo quasi riacquistando il buonumore, quando mi accorsi che Silvia non era più accanto a me. Eravamo salite sul pulmino e lei era scomparsa misteriosamente nel giro di due minuti. Mi guardai intorno perplessa, solo per trovarla qualche fila indietro, seduta di fianco a un ragazzo abbronzato e biondino. Scherzavano insieme, e lei stava facendo quello che sa fare meglio: flirtare spudoratamente. Silvia era chiaramente partita in viaggio evento per cercare avventure sentimentali, non per stare 24 ore su 24 con me. Ma… come aveva potuto abbandonarmi così? Mi sentii tradita ancora, stavolta dalla mia migliore amica.
Qualcuno, dietro di me, mi spinse. Caddi addosso a Beatrice Carli, la secchiona, quella che aveva preso il massimo dei voti alla maturità. “Scusa, io…”

“Vuoi sederti qui? Il posto è libero” propose timidamente lei.

Annuii, notando che quella ragazza aveva un’espressione stranamente preoccupata. “Tu sei Beatrice, giusto? Io mi chiamo Michela”.
Lei mollò il libro che stava stringendo al petto, solo per tendere una mano verso di me. “Piacere!”

“Anche tu in viaggio con ScuolaZoo, eh!?” dissi, cercando di non sembrare troppo stranita. Nel frattempo, fissavo Silvia da lontano, sperando che avvertisse su di sé tutta la mia disapprovazione.

“Un regalo inaspettato dei miei genitori”, rispose Beatrice. “Hanno voluto premiarmi per i buoni risultati ottenuti a scuola. Come se questo fosse un premio e non una punizione!” si lagnò.

La guardai divertita. “Non credi che ti divertirai in Grecia?”

“Non sono mai uscita da Milano, e in più non sopporto il clima troppo caldo.”

Wow, il disagio ha finalmente un volto e un nome! pensai, trattenendo una risata.
La vacanza stava cominciando così, con me e Beatrice-la-secchiona sedute l’una accanto all’altra, un accoppiamento così squilibrato che rispondeva perfettamente alla legge degli opposti. Non avevo idea di quello che sarebbe successo di lì a poco, una volta arrivate al porto…