Case infestate dai fantasmi in Italia

Scenari di delitti, tragedie, avvenimenti inspiegabili e misteriosi del passato e della storia recente

Case infestate, castelli maledetti, paesi abitati da fantasmi. Da sempre cinema, letteratura e leggende popolari pullulano di questi luoghi misteriosi. Repellenti e affascinanti al tempo stesso, capaci di terrorizzarci ma anche incuriosirci, stuzzicando il desiderio di conoscerne la storia, i misteri e, per i più coraggiosi, andare a sperimentarne di persona il fascino malefico.

Alcuni luoghi, in realtà non maledetti di partenza, sono stati resi tali dalla fantasia dei nostri migliori registi di paura. Come la famosa “Villa del bambino urlante” di Profondo rosso, in realtà Villa Scott a Torino, ai tempi delle riprese dimora di un convitto femminile gestito dalle suore (forse spunto per il successivo film di Dario Argento, Suspiria) che furono spedite in vacanza premio per permettere le riprese.

O come l’inquietante “Casa delle finestre che ridono” (il casolare di Fiorenzo a Malalbergo) di Pupi Avati, nella Pianura Padana bolognese, teatro del suicidio del famoso pittore Legnani, e abitata dalle inquietanti sorelle dello stesso.

Altre dimore, invece, sono realmente accompagnata dalla fama di maledette, perché scenario nel passato di delitti, tragedie, avvenimenti inspiegabili e misteriosi. Senza voler aprire il capitolo dei tristi fatti di cronaca più recenti, come la villetta di Cogne, la casa di Via delle Pergola a Perugia, o quella di Erba, limitiamoci a quelli più antichi, che mescolano a verità a leggenda e risultano per questo ancora più affascinanti e misteriosi.

Come Cà delle anime, nei dintorni di Voltri, un tempo locanda dove gestori briganti derubavano e assassinavano i clienti, ammassando poi i corpi (ricordate la trama di Dal tramonto all’alba?) in un fosso. Scoperti, furono giustiziati, ma da allora la casa continua a esser dimora di anime dell’oltretomba irrequiete e aggressive (pentole che cadono, mobilia spostata), tanto che nessuno ha più avuto il coraggio di abitarvi.

Sempre in Liguria, ma a La Spezia, si trova la Casa del violino. Appartenuta a un musicista, dopo la sua morte lo strumento cominciò a suonare da solo, accompagnato da terrificanti urla provenienti dai muri. Testimoni molte persone che si vi passarono la notte. Per questo motivo, anche questa casa non è più stata venduta né abitata.

Tra Padova e Venezia, vicino a Mira lungo il canale del fiume Brenta si trova invece Villa Foscari, conosciuta con l’appellativo de La Malcontenta. In essa si aggira lo spettro della più famosa “Dama Bianca” d’Italia, vista spesso passeggiare nei giardini retrostanti la villa e nelle sue stanze. Le cronache raccontano che lo spettro appartenga ad una certa Elisabetta, aristocratica del ‘700. A causa della sua indole libertina, venne rinchiusa nella villa che pare aver eletto a sua eterna dimora. Secondo alcuni comparirebbe indossando un lungo vestito nero con le spalle scoperte; secondo altri completamente vestita di bianco. Tutti sono concordi nell’affermare che si tratti di una donna stupenda dai capelli rossi?vedere per credere!

Vicino a Ferrara, a Cona, si trova Villa Magnoni. Il suo aspetto è molto cupo, visto che tutte le finestre, eccetto una, sono state murate. La causa è un incidente avvenuto verso la fine degli anni ’80 nel quale morirono tre ragazzi. Si trattava di un gruppo di quattro amici, che dopo essere entrati nella villa alla ricerca di emozioni udirono canti di bambini provenire dal giardino. Usciti, non trovarono nessuno ma guardando le finestre, videro una vecchia signora affacciata che diceva loro di andarsene, ricoprendoli di insulti. I quattro scapparono terrorizzati e poco dopo ebbero un incidente, nel quale morirono in tre. Il comune fece murare tutte le finestre, tranne una perché mancava il pavimento. Misteriosamente, il sopravvissuto narrò che la vecchia signora era apparsa proprio da quella.

A Bologna si trova Villa Clara, altro luogo cult maledetto. Nome popolare del cinquecentesco Palazzo Malvasia, situato al n. 449 di Via Zanardi, a poca distanza dalla località Trebbo di Reno La casa è oggi fatiscente, circondata da un giardino incolto e in essa si aggirerebbe inquieto il fantasma di una bimba che piange e chiede aiuto. Si tratterebbe della piccola Clara, abitante delle villa nei primi del ‘900 e fatta murare viva da suo padre, terrorizzato dai poteri di chiaroveggenza della piccola, che indovinava fatti che sarebbero accaduti a breve. Le voci che circolano dicono che in certe notti la si sente piangere,cantare, lamentarsi oppure girovagare in giardino. Un’altra versione vorrebbe Clara non bambina ma adolescente, figliastra del padrone della villa, un nobile, che l’avrebbe poi murata viva per punirla di una tresca che aveva con un sottoposto del casato.

Sempre vicino a Bologna un altro mistero fitto è quello della scuola elementare della Croara a San Lazzaro di Savena, chiusa dopo la morte tragica di un alunno, che spinto da un compagno giù per le scale si ruppe l’osso del collo. Dopo la tragedia, improvvisi malori colpirono come un epidemia insegnanti e bambini e cominciarono a verificarsi strani incidenti, come allagamenti improvvisi dei bagni, bidelli bloccati all’interno dell’aula del ragazzo morto e rumore di pianto proveniente dal fondo delle scale teatro dell’incidente. Il preside si licenziò e si trasfeì, la scuola chiuse. In certi giorni, all’ ora della sua morte, nel silenzio si sente un pianto di bambino accompagnato dal suono di una palla che rimbalza.

Fonte: @AlMare
Villa Foscari detta la Malcontenta

Arriviamo a quella che è forse la villa maledetta per antonomasia, nel nord Italia. Ovvero Cà Dario, a Venezia. Magnifico palazzo del Canal Grande, dalla struttura sbilenca e le mura ornate di marmi policromi, ha fama di maledetta perché tutti i suoi proprietari sono morti di morte violenta. La figlia costruttore Giovanni Dario, Marietta, nel 1479 si suicidò in seguito al fallimento economico del marito, che a sua volta morì assassinato. La dimora passò nelle mani di un gioielliere armeno che perdette tutti i suoi averi, morendo in povertà. Il palazzo fu poi acquistato da un inglese, che vi si suicidò assieme al suo amante, dopo che la loro relazione era stata scoperta. Subentrò un americano, che a sua volta accusato di omosessualità, fuggì in Messico, dove il compagno si suicidò. Nel 1964 le trattative per la vendita al tenore Del Monaco si interruppero quando rimase vittima di un gravissimo incidente stradale mentre si stava recando a Venezia per chiudere l’affare. L’acquistò poi un conte che venne trovato morto, con la testa fracassata da un vaso. L’assassino, un marinaio diciottenne che viveva con lui, fuggì a Londra e fu a sua volta ucciso. Cristopher «Kit» Lambert, manager della band inglese «The Who», morì poco tempo dopo aver comprato il palazzo: apparentemente cadde dalle scale, ma qualcuno parlò di suicidio. Ca’ Dario fu allora comprata da un affarista veneziano, che finì quasi subito in bancarotta, mentre la sorella, che viveva con lui, morì in uno strano incidente d’auto. Alla fine degli anni Ottanta, fu acquistata dal finanziere Raul Gardini che travolto nel 1993 dalla tempesta giudiziaria di “Mani Pulite”, morì suicida in circostanze mai chiarite.