Chi torna da Bruges ne rimane incantato. Il fascino di questa cittadina belga, chiamata anche la “Venezia del Nord“, l’ha resa un polo turistico di prima grandezza, senza nessun complesso di inferiorità nei confronti della più illustre città dei dogi. I cigni che percorrono placidamente i canali che circondano il centro storico sembrano guide galleggianti che mostrano ai visitatori con un semplice sguardo silenzioso gli antichi splendori di una città la cui ricchezza e il cui porto erano tra i più rinomati nel mondo. Il mare nel frattempo si è ritirato ma Bruges non ha perso niente della bellezza di un tempo. Un modo affascinante per raggiungerne l’anima è percorrerla come da secoli l’hanno fatto tutti i visitatori che vi hanno precededuto, navigando sui canali, vere arterie dove pulsa il sangue della città, scoprendo i suoi splendidi ponti e i suoi segreti più nascosti. I siti più caratteristici assumono una dimensione più sugestiva se ammirati dall’acqua. Ma il modo più pratico per visistarla è a piedi o in bicicletta. Per i più romantici o i più pigri, in calesse.
Tra le meraviglie di Bruges da non perdere c’è il Béguinage, luogo di ritrovo delle beghine, donne che pur non essendo monache vivevano come tali. Lo spettacolo che si offre al visitatore è quello di un’oasi di pace che oggi non è più occupato dalle “béguines” ma da suore benedettine. Chi ama la storia potrà visitare una casetta, esempio di come viveva la quotidianità una béguine del XVII secolo. Ma l’aspetto storico non deve far perdere di vista che il luogo non assomiglia a nessun altro: il bellissimo giardino interno, le facciate delle casette imbiancate a calce e la tranquillità che si sente nel Béguinage ne fanno un luogo unico per bellezza e atmosfera che, non a casa è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità, così come il centro stroico della cittadina belga, dall’Unesco.
Se dopo ore trascorse girando per le viuzze in ciotolato, tra le splendide testimonianze di architetttura gotica un languorino vi assale, è giunto il momento di conoscere le prelibatezze della gastronomia locale, tra cui spiccano il salmone agli asparagi, il filetto di maiale “à la brugeosie”, le croquettes aux crevettes (crocchette di patate ai gamberetti), il filetto di merluzzo “à la flamande” oltre alle omnipresenti – siamo in Belgio, no? – cozze con patatine fritte, magario accapagnati da una delle famose birre locali.
Per finire in dolcezza e soddisfare il palato dei più golosi Bruges ha in serbo una prelibatezza dal nome suggestivo: Choco Story, un museo dedicato alla storia del cioccolato in un percorso di parole, immagini ma anche e soprattutto sapori. Un itinerario elborato per soddisfare la vista, l’olfatto e, naturalmente il gusto. E chi vorrà scoprire i segreti di fabbricazione di praline e tavolette non dovrà che seguire attentamente il percorso, tenendo ben aperte orechie e papille gustative. Dopo la dolcezza viene la bellezza. Bruges in questo settore ha molto da offrire, non ultimo, il museo del diamante perché la città belga è anche il più antico centro del diamante in Europa e ancora oggi i diamanti rappresentano una delle voci più importanti dell’export del Paese. E assistere alla dimostrazione giornaliera del taglio di una pietra è un’esperienza davvero scintillante.