Vent’anni fa, un gruppo di appassionati ha intrapreso una straordinaria avventura. Nel nord della Borgogna, sta costruendo sotto gli occhi dei visitatori un castello nuovo di zecca con le tecniche e i materiali utilizzati nel Medioevo. Giorno dopo giorno, il progetto offre la possibilità di viaggiare nel tempo e consente ai turisti di scoprire i segreti dei costruttori medievali. Quando verrà posata anche l’ultima pietra del Castello di Guédelon, nel 2023, si potrà a buon diritto affermare: Benvenuti nel XIII secolo!
Visitando un monumento, chi di noi non si è mai chiesto quali fossero le tecniche dei costruttori? Quali materiali e quali strumenti venissero utilizzati? Come fossero trasportati i carichi pesanti? Il castello in Borgogna cerca di fornire una risposta a tutte queste domande. I dipendenti al lavoro sul sito di Guédelon sono 70; circa la metà lavora alla costruzione del castello, mentre gli altri si occupano della divulgazione e dell’accoglienza del pubblico che ha il privilegio di visitare un sito veramente unico al mondo e di verificare con mano l’avanzamento dei lavori.
Ogni anno, il futuro castello di Guédelon accoglie più di 300mila visitatori, tra i quali si annoverano moltissimi turisti stranieri. Le visite guidate sono proposte in francese, inglese, tedesco ed olandese. Tra i tanti curiosi, sono quasi 50mila i bambini che vanno in Borgogna in gita scolastica. A seconda dell’età e dei programmi scolastici, la visita può assumere la forma di un tour educativo, una visita guidata in costume o una visita interattiva. Guédelon è infatti a tutti gli effetti un sito archeologico sperimentale, scientifico, storico, didattico, turistico e soprattutto umano.
Un comitato scientifico composto da archeologi, storici dell’arte ed esperti di castelli medievali, ha progettato le fortificazioni, la torre, la cucina, la dispensa, la passerella, la colombaia e la cappella. La scoperta del castello della Borgogna è accompagnata da rumori antichi: colpi sulla pietra, segatura di legno, zoccoli dei cavalli, martelli che battono sull’incudine. Il sito rappresenta inoltre un progetto precursore nel campo dell’ecologia; vengono utilizzati infatti solo materiali naturali, quali fango, calce, legno, pigmenti, corde intrecciate di lino o canapa. Una vera e propria immersione nel XIII secolo.