Le più assurde superstizioni in giro per il mondo

Dall'Italia alla Romania, ecco le superstizioni più folli in cui ci si potrà imbattere in giro per il mondo

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Redazione

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Tutti i paesi hanno le proprie superstizioni, alcune più radicate di altre. Ecco le più “folli” nelle quali ci si potrà imbattere.

Se si è dei veri viaggiatori e s’intende raggiungere un paese sconosciuto, al di fuori dei propri confini nazionali, ci si dovrà immergere nella cultura del posto, lasciandosi incuriosire anche dalle superstizioni locali. Queste sono diffuse un po’ ovunque, risultando addirittura folli alle orecchie di uno straniero.

In India ad esempio si ritiene portar male richiamare qualcuno che sta per lasciare la casa. È dunque necessario dirsi tutto il necessario prima che qualcuno raggiunga l’uscio di casa. In Italia invece è noto come in tanti si tengano a distanza dal numero 17 ma in pochi sanno il perché. In numeri romani la rappresentazione sarebbe così: XVII. Si riteneva che questo fosse l’anagramma di VIXI, dunque “ho vissuto”, un modo elegante per indicare la morte. Se poi il 17 del mese dovesse capitare di venerdì, ogni attività verrebbe sospesa, un po’ come in America si è soliti fare (se si è superstiziosi) di venerdì 13. La questione numerologica è diffusa ovunque, e così in Cina a far paura è il quattro, anche in questo caso per una connessione grafica alla parola che indica la morte. Molti edifici tendono addirittura ad evitare tale numero, come negli alberghi, che passano dalla camera tre alla cinque.

In Norvegia invece si tende a invertire il senso delle maledizioni. Generalmente si ripete “tvi tvi” a chiunque stia partendo, così da allontanare da lui gli spiriti maligni. Se in America invece si tende a star lontani dai gatti neri, così come in Italia, in Inghilterra è vero l’opposto, considerandoli portatori di fortuna. Volando in Giappone invece ci si ritroverà con alberghi che prevedono una precisa disposizione del letto. I cuscini infatti non dovranno mai puntare a nord, il che si ritiene accorci la vita. Tornando invece a parlare di chi entra ed esce da un luogo, in Romania si ritiene si debba necessariamente fare compiere entrambi i gesti attraverso la stessa porta. Un’eventuale uscita secondaria porterebbe cattiva sorte.

Molto spesso la superstizione si collega ad alcuni timori religiosi, come in Portogallo, dove si tende a non camminare all’indietro. Un gesto del genere, fosse anche soltanto qualche passo per far spazio ad altri all’uscita della metro, è considerato da molti un chiaro invito a satana affinché segua il proprio stesso percorso.

Gatto nero
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