La Valgerola, dove il distanziamento sociale è naturale

In Lombardia c'è una valle poco conosciuta che potrebbe essere la migliore vacanza quest'estate

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Nella Valgerola la natura è la stessa di sempre, così come l’ambiente è ancora incontaminato, i ritmi sono rilassati e il “distanziamento sociale” è naturale. Chi frequenta da sempre questa valle lombarda lo sa benissimo. Ma quest’anno potrebbe essere quello giusto perché ce ne accorgiamo un po’ tutti, abituati a come siamo ad affollare le spiagge.

La montagna, specie quella nota e meno presa d’assalto dalle folle, potrebbe essere la migliore idea di vacanza estiva quest’anno.

Gerola e la sua valle occupano una delle porzioni più occidentali del versante valtellinese delle Alpi Orobie. Percorsa da uno dei due rami del torrente Bitto, si è formata per l’azione erosiva delle acque ed è stata modellata dal ghiaccio. I paesaggi qui sono incredibili fatti di creste, morene, laghetti alpini – tra i quali due splendidi gioielli, lo Zancone e il Rotondo, a 2.556 metri – e alpeggi.

In uno spazio relativamente ristretto si possono incontrare tantissimi ambienti diversi. Il motivo è da ricercare nel forte dislivello che da poco più di 200 metri di altitudine arriva fino agli oltre 2000, influenzando così le condizioni climatiche e, di conseguenza anche, il paesaggio.

Qui, durante  le escursioni, è facile incontrare caprioli, cervi, camosci, stambecchi e persino qualche ermellino, mentre l’aquila reale volteggia in alto nel cielo.

Le escursioni che si possono fare sono diverse, su sentieri facili e adatte a escursionisti di ogni livello. In più punti è ancora ben conservato e visibile il Sentiero Cadorna, un camminamento che, assieme ad alcune strutture fortificate, costituiva la linea arretrata della Prima Guerra Mondiale, nel caso malaugurato di sfondamento da parte del nemico.

Interessanti sono anche i resti delle miniere di ferro e dei forni di fusione del materiale ferroso che in passato erano presenti su questi monti e, soprattutto, le strutture degli alpeggi (barech, calècc, baite e casére) dove si continua a produrre il vanto dell’arte casearia valtellinese, il formaggio “Bitto”.

Ci sono trekking impegnativi fino ai laghi di montagna – oltre allo Zancone e al Rotondo ci sono i laghi Trona, Inferno e i laghetti di Ponteranica. Per dominare con uno sguardo panoramico tutta la Valgerola, c’è un’escursione che parte da Gerola Alta, il centro principale della celebre “Valle del Bitto”, e che ha come meta il Monte Motta (in dialetto “Piàa del Mot”) con i suoi 1.971 metri. La fatica delle camminate, qui, viene ben ripagata, con un ottimo formaggio energetico che viene proposto sia nelle baite d’alta montagna sia nei ristoranti giù a valle.

Inoltre, per conoscere veramente la valle e la sua storia, oltre a esplorare il paesaggio, vale la pena visitare l’Ecomuseo della Valgerola, la Casa del Tempo (un museo che racconta la storia dell’uomo dal punto di vista naturalistico e geologico), il Museo del Bitto, le chiese e gli alpeggi in quota per la produzione del formaggio, che raccontano le tradizioni e la cultura locali ai visitatori e agli escursionisti che visitano la valle.

Valgerola-lombardia
Fonte: Ufficio stampa
Uno dei laghi della Valgerola @Ufficio stampa