L’itinerario della Ciclovia dell’acquedotto che collega l’Irpinia e il Salento

Oltre 500 chilometri tra Campania, Basilicata e Puglia: la Ciclovia dell'acquedotto Pugliese è uno degli itinerari più belli d'Italia

Misura oltre 500 chilometri, la Ciclovia dell’acquedotto Pugliese, ed è uno straordinario percorso escursionistico e cicloturistico che si snoda (anche) in terra di Puglia. A conferirle il nome è la particolarità del suo tracciato, che segue due condotte storiche dell’acquedotto.

Pedalare lungo l’itinerario significa pedalare lungo il Canale Principale – che comincia a Caposele, nella provincia campana di Avellino, e si conclude a Villa Castelli, in provincia di Brindisi – e lungo il Grande Sifone Leccese, che da Villa Castelli arriva invece sino a Santa Maria di Leuca, in provincia di Lecce. Due  condotti storici, oltre che splendidi da percorrere: il primo, nel 1915, fece arrivare l’acqua a Bari; il secondo è celebrato da una cascata monumentale realizzata nel 1939 e recentemente ristrutturata.

Itinerario narrativo“, la Ciclovia dell’acquedotto Pugliese percorre tre regioni (Campania, Puglia e Basilicata) e mette in collegamento alcuni tra i luoghi più belli e poco noti del Sud Italia: l’Alta Irpinia, il Vulture Melfese, l’Alta Murgia, la Valle d’Itria, l’Arneo e l’entroterra salentino.

Per oltre la metà, si pedala su strade precluse al traffico motorizzato: il primo tratto su greenway si svolge al confine tra Basilicata e Campania mentre il secondo, lunghissimo, si snoda da Venosa (in provincia di Potenza) a Seclì (in provincia di Lecce). In Salento e in Irpinia si può pedalare lungo strade rurali e mai, per 500 chilometri, ci si trova a percorrere statali e provinciali trafficate e pericolose.

Attualmente, sono al vaglio numerosi progetti per il restauro della Ciclovia dell’acquedotto pugliese: progetti che puntano a preservare il carattere autentico e naturale del percorso, e che mirano a farne una delle vie verdi per il turismo sostenibile più importanti d’Europa.

Perché, questo percorso, non solo mette in collegamento tra loro luoghi dall’elevato interesse culturale e turistico, ma regala ai cicloturisti un’esperienza unica, lenta e contemplativa, che comporta tutto un susseguirsi di casette di ispezione, di piccoli edifici con l’anno di costruzione impresso, di antiche fontanine di ghisa, di piccoli tombini circolari che seguono l’itinerario, e del lento susseguirsi della lunghissima condotta. Paesaggio, archeologia industriale e viaggio esperienziale si incontrano qui, in uno dei percorsi più belli d’Italia.

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