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Ore da sogno nel cuore delle Dolomiti

Un posto incantevole e un rifugio a conduzione familiare mi hanno convinto a passare sui Monti Pallidi alcuni giorni di vacanza

Smog cittadino oltre le soglie e qualche giorno di ferie mi hanno spinto, per ritemprare spirito e fisico, a fuggire nel cuore delle Dolomiti, con base al Rifugio Sennes, nel Parco naturale Fanes-Sennes-Braies, costruito alla fine degli Anni ’30 e nel tempo mantenuto e rimodernato.
La scelta di questo posto è stata frutto della mediazione tra le esigenze della comitiva di amici, con cui partivo, di poter fare delle belle passeggiate senza però fare troppa fatica, e le ancora incerte previsioni meteo, si sarebbe partiti senza neve ma con possibili spruzzate nei giorni successivi. Manifestato da più parti pure il desiderio di essere coccolati al rientro alla base alla sera, di sicuro sotto l’aspetto alimentare.

Per arrivare al rifugio basta seguire l’autostrada per il Brennero, a Bressanone (dopo Bolzano) abbandonarla per imboccare la statale della Val Pusteria, e poi procedere fino a San Lorenzo di Sebato, poco prima di Brunico. A questo punto prendere la provinciale della Val Badia e, percorsi una decina di chilometri, prendere a sinistra il bivio per San Vigilio di Marebbe. Oltrepassata la località, famosa per il suo accesso alle piste di Plan de Corones, proseguire fino alla fine della valle dove si lascia l’auto in un comodo parcheggio in prossimità dell’Albergo Alpino Pederü.
Qui si imbocca il sentiero che, a sinistra, risale il fianco della montagna lungo la traccia di una strada che rende meno arduo, anche se impegnativo, il primo innalzamento in quota (è disponibile un servizio di trasporto a cura dei gestori del rifugio).
In circa due ore, zaino in spalla con tutti i bagagli, si raggiunge il Rifugio Sennes (2116m.), nostra base per i giorni successivi. Salita goduta non solo perché dopo il primo pezzo un po’ impegnativo il sentiero diventa più riposante e offre ottimi paesaggi da gustare, ma anche perché la temperatura mite per la stagione e il fondo del sentiero privo di neve hanno permesso un incedere regolare e piacevole.

L’ampia conca che ospita il rifugio è un’ottima base di partenza per brevi e lunghe passeggiate durante il periodo estivo, che si trasformano in occasioni di attività con ciaspole o di scialpinismo alla prima neve.

Il primo giorno ci siamo svegliati con mezza spanna di neve fresca, un cielo terso con un sole splendente e un’aria bella frizzantina.  Destinazione: un giro ad anello nella zona che, alle spalle del rifugio, si sviluppa verso la Forcella de Riciogogn. Abbiamo iniziato percorrendo per un quarto d’ora circa una facile strada sterrata e poi abbiamo piegato a sinistra verso l’alpe Ucia Munt de Senes. Da lì, visto che i sentieri risultavano non facili da identificare sotto la neve, abbiamo proceduto su traccia libera e siamo saliti così ancora un poco tenendo la cima del Muntejela de Senes come riferimento per poi deviare verso destra in direzione del passo. Dal passo siamo poi rientrati al rifugio. Percorso che richiede un po’ di fantasia, di conoscenza del luogo e dell’andare in montagna in sicurezza visto che la maggior parte del tempo abbiamo proceduto fuori dalla traccia del sentiero. Esperienza, cartine, Gps, attrezzatura idonea, visibilità perfetta e buone condizioni meteo hanno permesso di godersi la giornata al meglio e senza rischi.

Secondo giorno: passeggiata al Rifugio Biella, per comoda strada sterrata. Poco meno di un’ora e mezza di passeggiata su uno strato di neve un po’ sciolto il giorno precedente e un po’ ripristinato da una leggera nevicata notturna. Cielo meno bello con alternanza di schiarite e improvvisi rannuvolamenti. Con poche centinaia di metri di dislivello e uno sviluppo assolutamente tranquillo e sicuro (in caso di forti nevicate con importante carico di neve sulle pareti dei monti laterali verificare la sicurezza col rifugista) si giunge al rifugio in prossimità della Forcella sora Forno che porta al Lago di Bràies. Siamo lungo l’Altavia n.1, la Classica, che attraversa le Dolomiti da Nord a Sud. Ancora paesaggi suggestivi, scorci sulle vette più belle e piccole vedute sulle valli sottostanti, come fino a Cortina d’Ampezzo. Il ritorno o lungo la stessa strada o avventurandosi in direzione del Lago Gran de Foses con un percorso tipo il giorno precedente, con una buona dose di preparazione e strumenti per non girare troppo lontano dalla strada prevista si può passare una giornata diversa dal solito.

Terzo giorno, visita al Rifugio Ra Stua. Nuovamente lungo una strada sterrata spruzzata di neve e con un cielo simile al giorno precedente: bello e brutto in alternanza. Percorso in discesa, all’andata, per circa 500 metri poi, dopo la sosta nel punto di ristoro dove è possibile rifocillarsi piacevolmente, si può rientrare lungo la stessa via o, dopo una decina di minuti di strada, abbandonare la strada principale, prendere a sinistra per un sentiero che recupera velocemente in salita il dislivello perso per poi trovarsi su un altopiano, con boschi, spiazzi e un laghetto, che offre un’altra piacevole traversata in direzione della strada seguita il primo giorno salendo al rifugio.

A chi vuole ripercorrere le nostre orme, buon divertimento!