Alla scoperta di Lhasa, dove non esiste Facebook e si mangiano yak

La capitale del Tibet è un tempio buddhista all'aria aperta, trionfo della religione e dei rigidi controlli

È una delle città più alte del mondo, è una tappa fissa del tragitto che porta alla cima dell’Everest, ma è anche una città ricca di contraddizioni: profonda religiosità, regole rigide ma anche qualche tocco di innovazione e tecnologica. Lhasa è la capitale della Regione Autonoma del Tibet, ma è anche un vero e proprio tempio buddista all’aria aperta.

Lhasa si erge a 3650 metri di altitudine lungo la valle del Kyi Chu ma è soprattutto una città molto religiosa. Di frequente si incrociano uomini e donne sdraiati a terra e intenti a praticare per strada il culto di Buddha, lunghe comitive in pellegrinaggio nonostante l’aria rarefatta, con le ruote di preghiera e i rosari tra le mani. Da ogni angolo, si elevano canti ipnotici che scandiscono il cammino dei gruppi religiosi.

Le ruote di preghiera a Lhasa

Tra i laici sfilano tra le strade di Lhasa anche tanti monaci con i loro abiti rosso sangue, che si mescolano ai passanti tra i negozi a pochi passi dal tempio Jokhang situato in piazza Barkhor. È questa la prima vera tappa di chi visita il Tibet, un luogo simbolo del buddismo inserito tra i patrimoni dell’umanità Unesco dal 2000.

A poca distanza anche bar e attività ricettive, dove sorprende la presenza del wi-fi nonostante non sia possibile accedere a Facebook. Essendo regione autonoma della Cina, infatti, vige identico regime sul social network. Altro effetto dell’attenzione del Governo cinese la forte presenza militare, la massima attenzione alla sicurezza e il divieto assoluto di scattare foto o video, pena la confisca delle telecamere o la cancellazione delle foto. Nessun divieto, però, per gli smartphone, molto diffusi anche tra i religiosi. In Tibet ogni auto è fornita di telecamere e deve essere guidata da autisti locali per evitare escursioni fuori programma.

Tempio buddista nella capitale del Tibet

Altro tappa da non saltare è quella del Potala Palace, che così come il Tempio di Jokhang è spesso meta di orde di visitatori. In quella che un tempo è stata la residenza invernale del Dalai Lama, è possibile ammirare santuari maestosi, adornate con oro e gemme preziose.

Yak in Tibet

Da provare anche la cucina tibetana, tra le cui prelibatezze spiccano gli gnocchi ripieni di carne di yak, i noodles e il riso dolce, accompagnati con fiumi di birra prodotta nel Tibet Lhasa Brewery Co., il birrificio situato ad oltre 3000 metri d’altezza. Il viaggio in Tibet è consigliato a coloro che sono alla ricerca di calma e spiritualità: Lhasa rispecchia appieno queste caratteristiche e apre le sue affascinanti porte ai tanti turisti curiosi provenienti dall’Occidente. In Italia opera infatti anche un’associazione che sostiene il lavoro del Dalai Lama e che lotta al fianco del popolo tibetano per la sua autodeterminazione.