Lago Maggiore, i misteriosi castelli di Cannero circondati dall’acqua

Dinnanzi a Cannero Riviera, ci sono due misteriosi castelli dalla storia travagliata (e le incredibili leggende)

Nel cuore del lago Maggiore, ci sono tre isolotti rocciosi due dei quali accolgono antiche fortificazioni. Spuntano dal lago, in tutta la loro bellezza e il loro mistero.

Sono i Castelli di Cannero, e sorgono davanti a Cannero Riviera (seppure appartengano al comune di Cannobio): costruiti tra il XII e il XIII secolo, furono abitati verso la fine del XIV secolo dai fratelli Mazzardi, originari di Ronco. Decisero, i fratelli, di realizzare i castelli in un luogo sicuro, lontani da una città in cui imperversava la lotta tra Guelfi e Ghibellini. Tra il 1403 e il 1404, i Mazzardi si impossessarono del palazzo pretorio di Cannobio, invasero Cannero e diedero il via ad una serie di violenti incursioni.

Fino a quando, nel 1412, intervenne il duca di Milano Filippo Maria Visconti: inviò un esercito di cinquencento uomini, e sconfisse i fratelli. Che secondo le fonti ufficiali sarebbero andati in esilio ma, secondo la leggenda, ancora giacciono sul fondo del lago con un sasso al collo. I castelli – per volere di Visconti – passarono nelle mani dei Borreomeo e poi abbandonati a se stessi, in quanto difficilmente difendibili per la loro vicinanza alla riva. Furono rifugio per i contrabbandieri, usate dai pescatori, e divennero persino sede di una banca di falsari. Ora, gli abitanti dei Castelli di Cannero sono gli uccelli acquatici, che fanno i loro nidi negli inaccessibili anfratti.

Comparsi nel film giallo “La stanza del vescovo” di Dino Risi, i Castelli di Cannero rivestono ancora oggi un fascinio misterioso. Paiono vecchi fantasmi, leggendari e abbandonati. Si dice che le acque dei dintorni celino i forzieri dei Mazzardi, e che un veliero fantasma – nelle giornate in cui la nebbia è più fitta – si aggiri lì, nella speranza di trovarli. Anche se, la leggenda più suggestiva, è quella dei “piedi pietrificati“. Si racconta che, stanchi saccheggiare “solo” villaggi e barche, i Mazzardi avessero deciso di alzare la posta e di depredare una maestosa villa: organizzarono il rapimento del nipote del proprietario, per dirigerlo verso il brigantaggio e la pirateria. Non appena uno dei fratelli si avvicinò al piccolo, inginocchiato ai piedi del letto a dire le preghiere per la mamma defunta, i suoi piedi si pietrifcarono terrorizzando gli altri fratelli, che fuggirono via.

Suggestive leggende, per un luogo già magico.

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