La grotta urlante di Premilcuore, un tesoro nascosto

Menzionata persino dal Financial Time, la "grotta urlante" di questo borgo al confine tra Emilia Romagna e Toscana è un luogo unico in Italia

A quaranta chilometri da Forlì, Premilcuore è un comune piccolo piccolo. Non ha neppure mille abitanti, eppure nasconde nel suo cuore un luogo straordinario.

Proprio qui, alle pendici del monte Arsiccio e nell’alta valle del fiume Rabbi (il contesto è quello dell’Appennino tosco-romagnolo), troviamo infatti la cosiddetta “grotta urlante“. Più precisamente, è in località Giumella – lungo la strada che conduce a Firenze – che si trova una tra le cascate più suggestive di tutta la zona.

Premilcuore
Fonte: 123rf
Il borgo di Premilcuore

Per raggiungerla è necessario recarsi sotto l’antico “ponte a scanno“, poi ribattezzato “ponte nuovo”: costruito nel XVII secolo per attraversare il fiume Rabbi, lo compone un’unica arcata alta 16 metri che si eleva su di una gola. Qui le acque precipitano in un gorgo profondo: ed è proprio questa, la spettacolare “grotta urlante”.

Grotta urlante
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Fonte: @Davide Bacchetti

Un luogo talmente bello che persino il Financial Time ne ha parlato. Era il 2015, e il giornalista Michele Tameni (autore della pubblicazione “Wild swimming Italy. Alla scoperta dei più bei laghi, fiumi e cascate e terme d’Italia”) così la descriveva: “sotto un vecchio ponte in pietra il fiume viene inghiottito in una spettacolare voragine tra tumulti e rumori assordanti. La grotta sottostante ospita due piscine naturali abbastanza profonde per tuffarsi dalle rocce che la delimitano. Subito dopo la grotta si apre un bel laghetto assolato e dall’acqua limpida. Un luogo magico e divertente“.

Qui, in questo paradiso poco lontano dal centro di Premilcuore, si viene per tuffarsi nei laghetti, per giocare, per rilassarsi nella natura del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, uno dei complessi forestali più antichi e più importanti d’Europa. Perché non c’è solamente la “grotta urlante”, a disegnare l’area.

Tanti sono gli itinerari che dal borgo conducono alla scoperta dei suoi dintorni, della sua natura e della sua spiritualità. Qualche esempio? Il Santuario delle Verna, che ospitò persino San Francesco e che – dall’alto delle rocce su cui sorge – permette d’osservare la a secolare selva di abeti e faggi conservata intatta per quasi otto secoli dai monaci francescani; oppure l’Eremo di Camaldoli, fondato nel 1012 da San Romualdo e circondato da folte selve di abeti.

Perché è un po’ magico e un po’ spirituale, quest’angolo d’Italia. Ed esplorarlo è un imperdibile spettacolo.

grotta urlante
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Fonte: @Beppe Lambri