Visitare una casa infestata dai fantasmi rende più felici: lo dice la scienza

Sottoporsi ad un'esperienza spaventosa, volontariamente, migliorerebbe l'umore: ecco dove farlo in Italia

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Redazione

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Chi l’ha detto che solo ad Halloween si debba andare in cerca di case infestate dai fantasmi? Il mondo ne è pieno, e “visitarle” sembra faccia bene. A dirlo è la scienza.

Vedere un film dell’orrore, varcare la soglia d’un edificio maledetto: dinnanzi a questo, molte persone scappano e altrettante si lasciano trasportare dall’entusiasmo, entrando in uno stato d’eccitazione. Ma cosa succede in questi momenti al cervello? A rivelarlo è uno studio di recente pubblicato sulla rivista Emotion: quando ci si sottopone volontariamente ad un’esperienza spaventosa, si registra una diminuzione dell’attività celebrale e – al termine della medesima – si è d’umore migliore.

«Pensiamo che sia molto simile, a livello fisiologico e neurologico, all’esperienza più alta del corridore, quando spinge al spinge al massimo e il sistema nervoso è ipersollecitato», spiegano i ricercatori. Quando si termina un’esperienza spaventosa, e dunque quando ad esempio si esce da una casa infestata dai fantasmi, le endorfine corrono lungo tutto il corpo. È come avere un surplus d’energia, è un ottimo modo per tenersi saldi a terra, senza pensare.

Ma qual è il luogo migliore per un’esperienza di questo tipo? Senza andare lontano, in Italia tante sono le case che si dice essere abitate dai fantasmi. La più infestata è Villa de Vecchi, la cosiddetta “Casa Rossa”. Sita a Cortenova, in provincia di Lecco, fu fatta costruire nell’Ottocento da un uomo per la figlia malata, convinto che avrebbe trovato giovamento dall’ambiente di montagna. Un giorno, di ritorno dal lavoro, trovò però la moglie morta col volto sfigurato e la figlia scomparsa: le ricerche non portarono a niente, e così l’uomo si suicidò. Nota da anni agli appassionati di mistero, Villa de Vecchi ha nel tempo ospitato diverse riunione di satanisti e si dice che – qui – si sentano rumori di piedi trascinati sul legno, lamenti femminili, e persino il suono d’un pianoforte.

A Mondello (provincia di Palermo), invece, c’è Villa Caboto. Costruita negli anni Quaranta e abbandonata negli anni Ottanta, c’è gente che racconta di aver visto il fantasma d’una vecchia al suo ingresso, chi di essere stato picchiato da forze oscure, chi di aver visto una luce accendersi e spegnersi, chi sostiene che la villa si muova e che al suo interno la percezione del tempo venga modificata.

Ottimi banchi, per mettere alla prova la curiosa teoria secondo cui – spaventarsi volontariamente – farebbe bene per davvero.