La Verona di Dante raccontata dalla coppia Barra-Santamaria

A 700 anni dalla scomparsa del Sommo Poeta, la città scaligera celebra l'importante anniversario con un video d'amore

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Per tutto l’arco del 2021, Verona celebrerà Dante. A 700 anni dalla scomparsa del Sommo Poeta, la città scaligera, primo approdo dopo l’esilio da Firenze, celebra questo importante anniversario con il progetto “Dante a Verona 1321-2021“.

A raccontare le bellezze della città descritta anche da Shakespeare, Francesca Barra e Claudio Santamaria sono i protagonisti di un video che fa emozionare: “La Verona di Dante”. Piazze, strade, palazzi, musei, dimore storiche, chiese e cortili risuonano dei versi del padre della lingua italiana citati dalla coppia (nel video e nella vita) Barra-Santamaria.

Attraverso le immagini suggestive e le voci dei suoi interpreti, il video guida il visitatore lungo un cammino immersivo e coinvolgente alla scoperta di antichi segni ma forse aprirà sguardi nuovi anche sul presente. Restituisce, insieme a emozioni suscitate dai versi danteschi e dalle parole di una cronista d’eccezione come Francesca Barra, un ritratto poco conosciuto di una città dove il Sommo Poeta ha vissuto per un lungo periodo lasciando importanti tracce del suo passaggio.

Francesca Barra, come una novella Beatrice, accompagna gli spettatori all’interno di un racconto per immagini a partire da un testo originale composto appositamente per l’occasione dalla scrittrice veneziana Ginevra Lamberti, vincitrice del Premio Mondello 2020 con il romanzo “Perché comincio dalla fine”. Le musiche originali sono di Giulio Ragno Favero mentre la regia è di Fabrizio Arcuri.

Il compito di evocare l’universo dantesco è affidato alla voce inconfondibile di Claudio Santamaria, volto simbolo del nuovo cinema italiano, già vincitore nel 2016 del David di Donatello come miglior attore protagonista nel film “Lo chiamavano Jeeg Robot”, che intervalla il racconto declamando brani tratti dalla “Divina Commedia” e dalla ricca produzione dantesca.

“Si tratta di un mediometraggio a metà tra il documentario e la fiction”, ha spiegato il regista. “Abbiamo immaginato insieme a Ginevra Lamberti, che ne ha dapprima realizzato un breve racconto, la storia di una coppia, così com’è poi nella realtà, che decide di incontrarsi a Verona, perché è romantica dice lui, perché è avventurosa dice lei. Così la nostra Francesca lancia un gioco al suo consorte e si fa rincorrere scegliendo il percorso dantesco della città. Claudio si ritrova, suo malgrado, coinvolto in una sorta di caccia al tesoro… almeno se vuole rivedere le stelle, che in questo caso sono rappresentate dalla donna amata. Avremo quindi le immagini di una Verona meno abituale che si susseguono e che compongono un itinerario alternativo e ulteriore che si dipana tra i luoghi medievali della città. Ci è sembrato un omaggio insolito e curioso a una delle tre città dantesche nell’anno dei festeggiamenti”.

Le altre due città sono Firenze, dove Dante è nato, e Ravenna, dove è morto. Ma in tutta Italia sono tanti i luoghi legati al Sommo Poeta: borghi, città d’arte e paesaggi che hanno un legame indissolubile con la vita e le opere del padre della lingua italiana. A marzo prende il via il nuovo progetto “L’Italia di Dante”, ideato dalla Società Dante Alighieri in collaborazione con il Comitato nazionale Mibact.

Le località visitate dal Poeta o da lui citate nella “Commedia” saranno proposte secondo una sorta di Gran Tour dantesco, con itinerari che seguono le sue tracce, richiamando elementi di storia della letteratura e dell’arte, proponendo le eccellenze locali e un calendario di iniziative della rete Dante per il Poeta.