Il villaggio venezuelano che si rifiuta di essere venduto (e per validi motivi)

La comunità indigena ha rifiutato offerte redditizie per proteggere e preservare un territorio meraviglioso

Sta succedendo qualcosa nella remota e bellissima Gran Sabana del Venezuela, una vera e propria resistenza messa in atto dagli indigeni Pemón che, nonostante la crisi economica in corso nella nazione intera, hanno scelto di proteggere con le unghie e con i denti un territorio ricco di storia e tradizioni.

E certo, sarebbe facile cedere alle proposte di compravendita per attrarre un guadagno materiale e uscire dalla crisi economica e politica, ma per la comunità indigena, salvare e preservare un territorio sacro che sta alle origini della loro appartenenza, vale più di ogni bene materiale.

Ci troviamo nel villaggio dei Pemón a Santa Teresita de Kavanayén, all’interno del Parco Nazionale di Canaima nel Comune di Gran Sabana, delimitato dai tepui a sud. È qui che la comunità intera ha scelto di rifiutare le offerte, anche piuttosto redditizie, da parte delle compagnie minerarie per acquistare quei territori.

E, anzi, gli abitanti del villaggio, oggi più che mai, sono intenti a preservare le loro secolari pratiche agricole che hanno permesso di piantare dei raccolti su piccoli appezzamenti di foresta.

Piuttosto che vendere la loro terra alle compagnie minerarie, i Pemón di Kavanayén si sono dedicati alla coltivazione dei loro conucos, piccole fattorie all’interno del quale coltivano la terra utilizzando pratiche agricole tramandate dai loro antenati. Attività, questa, che mostra anche una forte dedizione nei confronti di Madre Natura e una responsabilità ambientale che dovrebbe diventare un esempio per tutti.

Più di 10 anni fa, le comunità indigene si sono riunite per avviare un’iniziativa turistica e sostenibile con l’obiettivo di far conoscere ai viaggiatori la cultura locale e gli ampi paesaggi incontaminati della zona. Attività questa che ha incoraggiato il turismo per anni, ma che negli ultimi tempi, a causa delle crisi, si è inevitabilmente arrestato.

Queste tradizioni comunitarie non rappresentano solo un bene per l’ambiente, ma sono un vero e proprio tesoro per le generazioni future. Rifiutando il capitale economico, che permetterebbe alla comunità di dormire sogni tranquilli, in realtà i Pemón hanno dimostrato la grande importanza e il valore che danno loro stessi alla propria terra.

Del resto il villaggio di Kavanayén e in generale la Gran Sabana è uno dei posti più spettacolari del mondo, meritevole di ospitare una biodiversità incredibile: flora, fauna, boschi, savane e specie endemiche creano una varietà di paesaggi affascinanti e suggestivi assai preziosi per l’intera ecosistema.

Potremmo dire, quindi, che gli indigeni Pemón sono i grandi custodi di questo meraviglioso territorio.