Musei pop-up, dagli USA all’Europa: le mostre Instagram friendly

Il New York Times ha dato il via a una crociata contro tale tendenza. Il successo di queste mostre è però innegabile

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Redazione

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Musei pop-up si diffondono a macchia d’olio, intrigando sempre più under 30 e 40. Luoghi in cui poter scattare degli splendidi selfie, pagando un caro biglietto e spesso ignorando la componente culturale.

Negli Stati Uniti sono sempre più diffusi i musei pop-up, caratterizzati da una data di scadenza, che sia di 30 o 60 giorni. Il New York Times ha dato il via a una crociata contro questa tendenza, considerando come i temi portanti di tali musei temporanei siano spesso futili. L’idea sarebbe quella di attirare quante più persone possibili, incuriosendo senza un reale scopo culturale. Basti pensare al museo del gelato, nato a New York e poi trasferitosi a Los Angeles, San Francisco e Miami.

Museo della Pizza
Fonte: Instagram
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Ciò che accomuna tali musei è la monotematicità e spesso il ricorrere a tematiche mangerecce. Dalle caramelle del Candytopia di Los Angeles all’Egg House di Shanghai (la tendenza dei musei pop-up non riguarda infatti soltanto l’America). Valore culturale assente e mostre che vengono ridotte a eventi curiosi d’intrattenimento, spesso molto costose. Un chiaro esempio è dato dal museo della pizza, inaugurato a Brooklyn, che vanta un costo d’ingresso di ben 39 dollari. Cifra che supera di ben 14 dollari quella necessaria per poter mettere piede al Metropolitan sulla Quinta Strada, così da poter ammirare le opere di Manet.

Lentamente il fenomeno si sta diffondendo anche in Europa. In Francia si chiamano musées èphemères, con opere in mostra che il pubblico può toccare e sperimentare. Una sorta di parco giochi mascherato da luogo di cultura, che cavalca l’onda dei social, del mondo degli influencer e dunque quella necessità spasmodica di fotografarsi in qualunque istante della propria vita. Ecco cosa offrono questi musei, dei locali arredati in maniera assurda, ideali per degli scatti incredibili, da far invidia ai propri contatti Instagram.

Museo della Pizza
Fonte: Instagram
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Il processo è però è in netta evoluzione. Lo dimostra il fatto che vengano già sperimentate nuove tipologie di musei pop-up, quelli dedicati a lanci pubblicitari. A Los Angeles è infatti possibile mettere piede nel The Happy Place, per un viaggio alla scoperta di una nuova tipologia di Dunkin’ Donuts. Tornando al tema social invece, ecco il The Museum of Broken Windows, che denuncia gli abusi della polizia di New York in versioni Instagram friendly. Ormai l’obiettivo finale non è altro che riuscire a portare sempre più under 30 e 40 in un museo, non importa in che modo. Tutto ciò che conta è che siano esposti abbastanza elementi di vario genere, che possano garantire una sosta di circa 20 secondi, necessari per qualche selfie da pubblicare.

Museo della Pizza
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