Turisti giovani a rischio malattie in viaggio: ecco i pericoli

L’estate con i suoi colori, le alte temperature, le feste, le discoteche offre molte occasioni di incontri e di rapporti sessuali anche con partner occasionali con inevitabile esposizione al rischio di malattie sessualmente trasmesse. Gli adolescenti e i giovani di 14-25 anni restano i soggetti più vulnerabili a causa della disinibizione connessa al consumo di alcool e all’uso di sostanze stupefacenti nelle discoteche e in altri luoghi di ritrovo. Lo sottolinea Walter Pasini, Presidente Società Italiana di Medicina del Turismo.

Gli adolescenti, spiega Pasini, sono i soggetti più fragili anche per il senso di onnipotenza che accompagna alcune fasi dell’adolescenza, per la cultura del rischio, per la ricerca dello sballo e l’inevitabile sottovalutazione del pericolo, per la scarsa consapevolezza relativamente al numero e alle modalità di contagio delle malattie sessualmente trasmesse che restano, anche nei paesi occidentali, un serio problema di sanità pubblica. Tra i due sessi, la donna è più soggetta al rischio per la sua anatomia, per fattori come temperatura, umidità e pH che facilitano la riproduzione di virus e batteri.

Anche negli adulti, in estate, l’allontamento dall’habitat usuale, la mancanza di controlli familiari e sociali, il recupero di un’autostima perduta – spesso malinterpretata- può favorire la ricerca di partner sessuali occasionali tanto negli uomini che nelle donne, specie di età 35-45 anni. Si stima che nel mondo ogni anno vi siano 340 milioni di casi di infezioni sessualmente trasmesse curabili come sifilide, gonorrea, clamidia, tricomoniasi. La sifilide, che dalla fine del 1400 a metà novecento, prima dell’avvento degli antibiotici, fu responsabile di grandi epidemie e lutti, fa riscontrare anche in Italia un aumento di casi. L’infezione da clamidia è pericolosa e subdola in quanto molti casi sono paucisintomatici o asintomatici e l’infezione può comportare una vasta infiammazione di tutto l’apparato genitale e riproduttivo nella donna con possibilità di sterilità.

L’infezione da HIV/AIDS resta comunque di gran lunga il pericolo maggiore. L’uso degli antivirali, se da un lato consente di prolungare di molto la sopravvivenza nei soggetti colpiti non toglie loro la possibilità di essere contagianti. «La migliore forma di prevenzione – sottolinea l’esperto – è rappresentata naturalmente dall’evitare rapporti con partner occasionali o, se lo si fa, usare sempre e in modo corretto il preservativo. In caso di contagio, la diagnosi e il trattamento precoce sono della massima importanza per consentire in modo tempestivo le cure appropriate nella persona affetta e la prevenzione del contagio del/dei partner».