Nell’ottica della salvaguardia dell’ambiente e conseguente svolta green, anche le compagnie aeree sono chiamate a compiere sforzi in questa direzione.
Infatti, il Green deal europeo voluto da Bruxelles per raggiungere l’obiettivo della riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 e arrivare alla neutralità climatica entro il 2050, prevede l’introduzione dell’obbligo di utilizzare sempre più carburanti sostenibili per i velivoli e una revisione delle normative sulle emissioni.
Il comparto dell’aviazione europea (ma anche internazionale se transita in Europa), responsabile di quasi il 4% delle emissioni di CO2 nell’UE in epoca pre pandemia, nelle intenzioni della Commissione è tenuto a diventare più verde grazie all’utilizzo crescente di carburanti sostenibili che dovranno essere almeno il 2% nel 2025, il 5% nel 2030 fino ad arrivare al 63% nel 2050.
Allo stato attuale, invece, i carburanti sostenibili sono al di sotto dell’1%.
Ulteriori misure introdotte dal nuovo regolamento sono la revisione del sistema di permessi per le emissioni gratuite di CO2 dei voli europei nell’ambito dell’European Union Emissions Trading System – EU ETS e lo stop allo status “tax free” del kerosene, principale carburante degli aerei.
Ovviamente, l’adeguamento alle norme green comporterà dei costi.
Secondo quanto dichiarato da Filip Cornelis, direttore del settore aviazione del dipartimento dei trasporti della Commissione europea, i biocarburanti sono “dalle due alle cinque volte” più costosi rispetto al kerosene.
È facile, allora, pensare che un incremento del prezzo dei biglietti aerei potrebbe abbattersi sui consumatori finali. D’altronde, il carburante è proprio una delle principali voci di costo per le compagnie aeree.
Ma non è l’unico indizio a far presagire un possibile rincaro delle tariffe (a questo proposito, stime della Commissione europea vedono un aumento anche dell’8% entro il 2050).
Poche settimane fa, il Ceo di Ryanair, Michael O’Leary, ha illustrato come il 2022 potrebbe essere l’anno più caro per i biglietti aerei.
Secondo la sua previsione, il prossimo anno la crescente voglia di viaggiare che esploderà con la fine della pandemia, andrà a scontrarsi con la minore capacità delle compagnie di soddisfarla, a causa delle riduzioni delle flotte nei mesi scorsi.
Ciò comporterà, allora, un aumento delle tariffe.
Se anche così fosse, la problematica relativa al 2022 potrebbe comunque risolversi in breve tempo, poiché, sul lungo periodo, domanda e offerta tornerebbero in equilibrio
La questione del carburante, invece, è un fattore che lascia aperte molte domande e c’è da chiedersi se le compagnie aeree a basso costo dovranno rivedere le loro politiche tariffarie.