
Secondo i dati dell’Istat, il 62% dei turisti in Italia si concentra in soli 55 Comuni su un totale di 7093. E questa è una delle maggiori criticità per il turismo del Belpaese. C’è ancora un’Italia che non esiste sulle guide turistiche, un’Italia più sconosciuta ma non per questo meno autentica.
Come rivalutare, allora, questi luoghi nascosti e dimenticati? “Dando voce a chi ama e vive questi territori”, spiega Massimiliano Imbimbo, CEO e fondatore di Hearth, una startup nata per valorizzare il patrimonio italiano invisibile.
Un progetto di valorizzazione del Belpaese
Hearth aiuta gli enti, le associazioni di promozione, le aziende e le comunità locali nel valorizzare e comunicare la loro offerta e le unicità territoriali sfruttando tecnologie proprietarie. La mission di Hearth è fare da “abilitatore” delle infinite ricchezze paesaggistiche, culturali, esperienziali e di tradizioni, che rimangono celate e nascoste nei loro territori d'origine.
Il Covid-19 ha d’altra parte accelerato un cambiamento epocale nel mondo del turismo, facendo emergere tendenze prima impensabili. Tra queste, la ricerca di esperienze “uniche”, non legate per forza a destinazioni di grido, lo sviluppo del turismo lento e rurale, il turismo dei cammini, la rinascita dei piccoli borghi, i tour ecologici, le esperienze locali, alla scoperta di una tradizione enogastronomica particolare e la cosiddetta “staycation” ovvero un tipo di vacanza a pochi chilometri da casa.
Attraverso alcuni strumenti, come le app mobile che accompagnano i visitatori attraverso i luoghi più autentici come farebbe un abitante del posto, e i totem, in prima linea nel combattere lo spopolamento dei borghi e dei centri storici.
Dare visibilità ai luoghi meno noti
Noi di SiViaggia cerchiamo ogni giorno di dare visibilità a posti incredibili, borghi abbandonati, angoli del nostro Paese poco conosciuti e che meritano assolutamente un viaggio. Cerchiamo di fare la nostra parte, insomma, ma c'è ancora molto da fare a livello strategico in Italia, con l'aiuto delle istituzioni.
Basti pensare a tutto quel patrimonio culturale rimasto ancora nascosto nei depositi dei musei e nei siti archeologici. Inoltre, nessuno lo sa ma negli ultimi 80 anni in Italia i boschi sono raddoppiati, circa un terzo del territorio della penisola è oggi coperto da boschi: un patrimonio forestale tutto nuovo che ora si può scoprire.
Negli anni vi abbiamo raccontato di luoghi divenuti poi celebri e inseriti nei circuiti turistici. Come l'Abbazia San Galgano in Toscana, dove dicono sia conservata la vera spada nella roccia. O come Rocca Calascio, il castello misterioso in Abruzzo, recuperato a partire dagli Anni '80 e divenuto talmente famoso poi da essere stato scelto da alcuni registi stranieri per girarvi dei film di successo, primo fra tutti “Lady Hawke” con Michelle Pfeiffer e poi anche “Il nome della rosa” con Sean Connery.
O ancora, il paese fantasma di Consonno, in Lombardia, che doveva essere l’ambizioso progetto di un eccentrico industriale brianzolo, il Conte Mario Bagno che, nel 1962, voleva trasformare questo il piccolo borgo immerso tra il verde di prati e colline nella mecca del gioco e della perdizione. Una sorta di Las Vegas della Brianza che invece si trasformò in una città fantasma.
E che dire dell'isola di Poveglia, nella laguna di Venezia. Nota anche come l’isola dei fantasmi o l’isola dei morti, Poveglia è un’isola disabitata. Poveglia ha una fama sinistra, dovuta al suo inquietante e sfortunato passato. Infatti, l’isola, disabitata da secoli in quanto avamposto militare, nel 1700, all’epoca della peste nera, diventò un lazzaretto e vennero confinati e messi in quarantena i malati, che poi a migliaia vennero bruciati e sepolti proprio sull’isola. Ad aggravare la tetra fama che ormai la avvolgeva, si aggiunse in tempi più recenti, la costruzione di un ospedale per malati di mente. Un posto decisamete curioso che pochi conoscono.
Il Manifesto delle destinazioni più periferiche
“È nostra intenzione", spiega Imbimbo "lanciare a breve il Manifesto dei Luoghi Hearth, una mappa italiana delle tipicità, dei valori e delle destinazioni più periferiche ed intriganti”. E noi non vediamo l'ora di prendere visione di questa mappa per proporre nuovi e inediti itinerari alla scoperta dell'Italia invisibile. Almeno, per ora.