Il passaporto giapponese apre tutte le porte del mondo

Con 190 Paesi visitabili senza visto, è il passaporto giapponese quello che garantisce la maggiore libertà d'accesso

Quando prenotiamo un viaggio, difficilmente ci chiediamo se – quella meta – ha per noi le porte aperte. Ci sembra quasi scontato poter viaggiare ovunque, e scegliere la destinazione che più preferiamo.

Tuttavia, non tutti i passaporti permettono di entrare in tutti i Paesi del mondo. Il passaporto italiano, ad esempio, consente l’accesso a 187 Nazioni. Ed è tra quelli che consentono di viaggiare di più. Ma qual è, invece, il passaporto che consente l’accesso a (quasi) tutte le frontiere del Pianeta?

La risposta arriva dall’Hanley Passport Index: il passaporto più accettato a livello internazionale è quello giapponese. Permette infatti di entrare senza visto, o con visto all’arrivo, in ben 190 Paesi nel 2018. E batte così altri “concorrenti” come il Myanmar. A quota 189 troviamo invece Singapore, a quota 188 possibilità di accesso la Germania, la Francia e la Corea del Sud.

Perdono un posto nella curiosa classifica gli Stati Uniti e il Regno Unito: dopo essere rimasti per anni nella medesima posizione, nel 2018 non hanno ottenuto nuove possibilità d’accesso senza visto, e probabilmente sono destinati a scendere di nuovo allontanandosi un bel po’ dal primo posto ottenuto nel 2015. I Paesi meno “virtuosi”, e cioè quelli il cui passaporto viene meno accettato a livello internazionale, sono l’Afghanistan e l’Iran: sono solamente 30 i Paesi in cui non è necessario, per i cittadini di questa nazionalità, richiedere il visto prima di mettersi in viaggio.

L’Hanley Passport Index ha preso tali informazioni dall’International Air Transport Association (IATA). Il Presidente del Gruppo Henley & Partners, Christian H. Kälin, ha così commentato l’iniziativa: «è un importante strumento per misurare non solo la forza di un passaporto a livello mondiale, ma anche gli straordinari risultati che gli Stati possono ottenere, quando lavorano fianco a fianco con i loro partner globali, per costruire un mondo più libero e più connesso».

E, a giudicare dai risultati, sembra che l’Italia stia lavorando bene in questo senso: il Giappone è lì vicino, in quanto a libertà d’accesso.