Questi paradisi sono destinati a morire

Ultimo avviso ai gentili viaggiatori: ancora 40 anni e di questi luoghi non rimarrà più nulla

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Redazione

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Ultimo avviso ai gentili viaggiatori: ancora 40 anni (o poco meno) e di questi posti non rimarrà più nulla. I cambiamenti climatici, il riscaldamento globale, l’effetto serra e tutti gli altri disordini ambientali rischiano di creare ferite che non potranno più essere rimarginate. Almeno secondo il sito ambientalista americano Mother Nature Network, che stila la classifica dei luoghi da visitare in fretta, prima che scompaiano. Anche in Italia.

Nello Stato del Montana, Stati Uniti, si trova il Glacier National Park, un immenso ecosistema circondato da due catene montuose, che comprende più di 130 laghi, tantissime varietà di piante e centinaia di specie animali. A oggi 27 ghiacciai sono rimasti intatti, ma sono destinati a scomparire se il riscaldamento globale non dovesse rallentare. Stesso discorso per le nostre Alpi.

Venezia, “la Regina dell’Adriatico”, sta affondando. E l’innalzamento del livello del mare ha reso la situazione ancor più grave. La frequenza delle alluvioni aumenta ogni anno e probabilmente rischierà di essere seppellita dalle acque nell’arco di qualche decennio.

La Grande barriera corallina, così grande da poter essere vista dallo spazio, sta scomparendo a vista d’occhio a causa dell’aumento dell’inquinamento dell’acqua, della temperatura degli oceani, dell’acidificazione e dei cicloni che danneggiano irreparabilmente la barriera.

Nel Nord Africa il deserto del Sahara si sta espandendo a macchia d’olio: ogni anno la sua superficie si allarga di 10 km. Il deserto più grande del mondo potrebbe distruggere anche l’intera Africa settentrionale, alterandone per sempre la conformazione geografica.

Le Maldive sono le terre più basse rispetto al livello dell’acqua e, per questo, sono minacciate dall’innalzamento del mare.

In Patagonia, invece, il paesaggio potrebbe essere presto modificato: i ghiacciai vanno sempre più ritirandosi per l’aumento delle temperature e la diminuzione delle precipitazioni. Se la temperatura continuasse ad alzarsi secondo i trend di questi ultimi anni, il 50% del Bangladesh potrebbe essere inondato: le calamità naturali qui sono frequentissime.

Anche la tundra dell’Alaska rischia di scomparire: il permafrost si sta sciogliendo, alterando drammaticamente l’ecosistema e rilasciando CO2.

La desertificazione sta colpendo anche il Sud dell’Australia, a causa della siccità e degli incendi che minacciano le terre, la flora e la fauna. Nel 2050 tutto ciò potrà cambiare. Eppure i miracoli esistono.