Non solo Quebrada: anche in Italia i tuffi in cui si rischia la vita. Foto

Una nuova moda impazza a Livorno: il tuffo dal Ponte della Calafuria

Una nuova moda impazza a Livorno: il tuffo dal Ponte della Calafuria. Un volo di 12 metri tra gli scogli, dopo un’arrampicata in bilico sulle travi di cemento armato del ponte. Qualcuno si tuffa anche all’interno delle travi, in uno spazio così angusto che ci si deve tuffare a candela per non schiantarsi sul molo.

Vicino a Santa Maria di Leuca, due sponde di un canyon sono unite da un ponte panoramico chiamato il “Ciolo”.  E’ un ponte alto circa 30 metri e dalla sua sommità si gode di uno scenario unico al mondo. Se durante le vacanze estive passaste da queste parti, potreste facilmente imbattervi in gruppi di impavidi ragazzi impegnati a tuffarsi da questa altezza. I più temerari amano sfidare la sorte e per dimostrarsi coraggiosi o per provare semplicemente l’ebbrezza di un tuffo mozzafiato, si lanciano da questo altissimo ponte. 

I tuffi dai ponti o dalle scogliere a rischio della vita sono un’attrazione turistica ad Acapulco dal 1934. La famosa Quebrada (che significa ‘crepaccio’) è uno strapiombo a 45 metri d’altezza situato in un piccolo fiordo dell’Oceano Pacifico. E’ famoso per essere il luogo dove vengono effettuati tuffi di particolare spettacolarità. In cima al crepaccio si trova una piccola cappella dedicata a Nostra Signora di Guadalupe, alla quale si raccomandano spesso i tuffatori prima dell’impresa.

I protagonisti sono giovani del luogo che non si limitano al lancio, ma indossando solo il costume, prima effettuano la scalata della parete rocciosa. Durante le ore notturne la stessa impresa viene fatta anche con una torcia tenuta in mano, la quale viene trattenuta anche durante il salto.

Il salto nella Neretva dal Ponte di Mostar, nella Bosnia Erzegovina, è per i giovani del luogo un appuntamento tradizionale. Lo Stari Most (vecchio ponte) attraversa la città e collega la parte cristiana a quella musulmana. La mattina del 9 novembre 1993 venne distrutto dalle forze secessioniste croate nel conflitto contro le forze governative bosniache. Il ponte, incluso recentemente nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità, è stato ricostruito sotto il patrocinio dell’Unesco e riaperto il 22 luglio 2004.