Arrivano i lupi sull’Appennino, che fare?

Negli ultimi mesi le cronache hanno enumerato tanti casi di croncaca: ecco le diverse posizioni in causa

La notizia ha interessato quasi tutti i media italiani negli ultimi giorni: dalla televisione al web ogni tipo di servizio di informazione ha posto davanti gli occhi di tutti quello che sta avvenendo nella zona di Parma, con tanti animali da allevamento uccisi a causa dell’invasione del territorio da parte di piccoli branchi di cosiddetti cani lupo, questa specie presente negli Appennini, in Emilia Romagna. La questione riguarda la scelta di una possibile soluzione che preservi non solo il lavoro di molti allevatori della zona, ma anchel’incolumità di questa specie e che porti pace ai residenti.

Questa specie, abituata a vivere nella zona degli Appennini tra le foreste, negli ultimi tempi ha visto una crescita demografica che li sta spingendo a vivere anche in un ambiente nuovo: zone molto più basse, vicino centri abitati ed allevamenti. L’attitudine dei cani lupo è quella del branco e naturalmente la loro dieta consiste in tutto ciò che risulta reperibile nel territorio, di conseguenza molti negli ultimi mesi sono stati gli attacchi agli allevamenti di cavalli, lepri, e di altre specie. Ma naturalmente questi fatti hanno collaborato a spargere il panico nella zona.

I fatti di cronaca stanno vedendo tantissimi episodi, tipici della natura di questa specie: raid notturni nella natura circostante con aggressioni perlopiù dirette ad animali di alcuni allevatori, che oltre lo stato di terrore in cui si sentono coinvolti, denunciano notevoli perdite economiche nei loro ricavi. E nonostante gli ambientalisti cerchino di sfatare tutti i falsi miti su questi animali, rilasciando anche qualche nozione di supporto in caso di incontri ravvicinati, le azioni di difesa della cittadinanza sono sempre più numerose se si considerano tutti i cuccioli di lupo, ritrovati in questi giorni, avvelenati dalle solite polpette killer.

La cosa ha mobilitato anche i piani alti, portando all’attenzione di questo problema il Ministero dell’Ambiente. Un portavoce ha infatti dichiarato che sono stati attivati dei tavoli tecnici per analizzare questo fenomeno, cercando di intervenire con soluzioni sostenibili e accettabili per tutte la parti coinvolte. Da un lato i residenti, dall’altro gli allevatori, prime vittime di questa vera e propria invasione e dall’altro ancora gli ambientalisti, che cercano di proteggere questa specie di lupo, tanto protetta fin ora nel nostro territorio. Sono proprio loro che rassicurano, ad esempio, che questi lupi non siano così pericolosi come spesso vengono dipinti e inoltre suggeriscono, se si dovesse incontrarli per strada, di fare frastuono con voce e con le mani, perché questo solitamente li terrorizza facendoli fuggire: speriamo funzioni!