La bimba sfida il toro: la statua comparsa a Wall Street per l’8 marzo

In occasione dell'8 marzo a Wall Street è comparsa la statua di una bambina che sfida il celebre toro di New York

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Redazione

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Senza dubbio è la foto del giorno: una bambina che, senza paura, sfida un toro infuriato. Accade a Wall Street, celebre piazza del commercio, degli affari e della borsa. Qui è apparsa improvvisamente la statua di una bambina coraggiosa che sfida il toro simbolo del potere di Wall Street. La bambina è comparsa, non a caso, l’8 marzo, giornata internazionale della donna, ed è una sfida in piena regola al maschilismo e alla misoginia che da anni si riscontra nei palazzi del potere e della finanza.

L’installazione è opera di Kristen Visbal e fa parte del progetto lanciato da State Street Global Advisors, il terzo asset manager più grande del mondo, con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo il ruolo delle donne nel mondo del lavoro e la necessità di colmare il gap con gli uomini, soprattutto quando si parla di potere.

La statua infatti è stata posta davanti al famosissimo toro di New York e rimarrà per un mese. L’obiettivo da raggiungere, nel corso delle prossime settimane, è più che mai concreto: convincere 3500 aziende ad investire di più sulle donne, sul loro potenziale e la loro bravura sul lavoro, aumentando il numero di dirigenti di sesso femminile. Per convincere le imprese a fare questo passo importante l’azienda ha affermato che intralcerà i cda di chi non seguirà queste nuove linee guida.

Moltissimi studi hanno dimostrato come una leadership femminile sia positiva per le aziende, nonostante ciò i ruoli di potere rimangono, soprattutto a Wall Street, rigorosamente in mano agli uomini. La statua della bambina è stata soprannominata “The Fearless Girl” e per realizzarla Kristen Visbal si è ispirata a una bambina latina di 9 anni, figlia di alcuni suoi amici. “Wall Street è un ambiente tradizionalmente maschile – ha spiegato l’artista -. Per me, una donna può essere delicata e minuta, ma forte”.

“Tanta gente parla di diversità di genere – ha raccontato la manager Anne McNally -, ma abbiamo pensato di dover portare il tema su un piano più ampio”.