Intervista a Bungaro: in viaggio tra Brasile e Salento

I suoi viaggi più belli

Bungaro ha il cuore diviso. Tra il Brasile, che ha scoperto qualche anno fa e che è diventato ispirazione e materia per il suo album di duetti “Arte“, e il Salento, la sua terra magica. Lui dice che si assomigliano molto: “Ho ritrovato la stessa accoglienza, quella tipica sofferenza sorridente. C’è una grande povertà ma la gente sorride sempre, ti accoglie, c’è tutto un modo speciale di “aprirti le braccia”…

Raccontaci il tuo viaggio più bello
Ne ho fatti tanti. Ricordo in particolare un viaggio in Brasile che è coinciso con il mio compleanno di due anni fa. Ed è stato sorprendente, perché non pensavo mi accadessero delle cose così magiche. Essendo un amante della natura, non potrei viaggiare senza guardare il verde o i miei alberi. Ho una casa in campagna. L’amore per la natura è più forte, forse, pure della musica.

E in Brasile sei stato a contatto con la natura?
Sì, durante quel viaggio ho respirato proprio la natura, c’erano i macachi che giravano sugli alberi nella Rio alta. Poi ho fatto incontri meravigliosi: giocare a calcio con Chico Buarke, con Javanne, con Guinga, tutta gente che adoravo. Ho trascorso giorni a visitare la vera Rio, salendo sulla funivia, fotografando i ragazzi che si appendono per non pagare il biglietto, facendo una cosa pericolosissima. E in effetti il controllore non li fa pagare, perché stanno fuori…. Mi ha colpito questo viaggio, pieno di gente, di odori, colori. Soprattutto ho conosciuto l’affascinante mistura di popoli e razze che c’è in Brasile.

Melting pot?
Sì, Quando pensiamo al Brasile pensiamo alla donna di colore, invece molti brasiliani sono chiari. Io non lo sapevo. È stato davvero un bellissimo viaggio.

Se ci dovessi parlare della tua terra, il Salento, in maniera diversa, cosa consiglieresti?
Ti consiglierei un posto incredibile. Di quelli che non hanno eguali in Italia. Considera che trascorro 15 giorni tutte le estati in Salento, sia perché c’è un mare meraviglioso, e questo lo sanno tutti, ma anche perché la sera esco e vado nei paesini, mi cerco posti particolari, scopro cose meravigliose. E ne ho scovato uno che si chiama La Cutura, si trova a Maglie, è una specie di orto botanico il cui proprietario è un dirigente di banca che ha portato in Italia piante tropicali.

Sul sito si legge: “giardino botanico nato nella pietra”
Sì, ha creato una serra di piante rarissime, che impollina. In più c’è un parco di lecci secolari, dove tiene dei concerti con musica di un bravissimo compositore messicano… E l’acustica migliore al mondo la trovi proprio tra i lecci. Poi ha tutti i tipi di salvia del mondo, di basilico, di gerani. Un posto incredibile. La sera si può anche mangiare.

Chi è il tuo compagno di viaggio ideale?
Siceramente sono i miei occhi. Sono molto curioso, mi fa compagnia il paesaggio. Non mi perdo nulla. Miei compagni possono essere il finestrino di un treno, di un aereo, della macchina. Ho sempre questo rapporto molto visivo, non mi distraggo, sono dentro le cose.

Hai una bimba. La porti con te in viaggio?
Sì, mi diverto da morire, passiamo molto tempo insieme io e Giulia. Andiamo al cinema, alle terme, c’è un rapporto bellissimo tra noi due. Lei ama la natura, come me, e la musica. Penso sia importante farle vedere tutto, poi sarà lei scegliere…