“Il Polo Nord potrebbe scomparire entro quest’anno”: le previsioni degli scienziati

L'allarme degli esperti: ormai il processo è irreversibile

Il Polo Nord potrebbe scomparire molto prima di quanto pensassimo: già quest’anno il ghiaccio intorno al Polo potrebbe non esserci più. Al 1 giugno di quest’anno la calotta polare si è ridotta in pochissimo tempo di un’estensione pari a 5 volte l’Italia, 11,1 milioni di km quadrati.
Ci aspetta insomma una catastrofe imminente, secondo l’esperto Peter Wadhams, docente di Oceanografia fisica e responsabile del Polar Ocean Physics Group di Cambridge, con 40 spedizioni polari all’attivo. Lo scienziato finora aveva lanciato continui allarmi sullo scioglimento dei ghiacci polari, rimanendo inascoltato. Ma quando ha esaminato gli ultimi dati del National Snow e Ice Data Centre ha lanciato l’ultimo allarme: il Polo Nord potrebbe essere completamente libero dal ghiaccio già a settembre del 2016 o al massimo del 2017. L’ultima volta che è accaduto è stato 100 mila anni fa, quando l’uomo di Neanderthal viveva sulle montagne dell’Altai, in Siberia.

Del resto lungo la costa della Russia il ghiaccio non si forma più da anni e il Mar Glaciale Artico si riscalda sempre più. I suoi fondali liberano così metano rimasto congelato per millenni, il che, insieme al metano emesso dal riscaldamento del permafrost siberiano causerà un riscaldamento della temperatura globale di 0,6 gradi in soli cinque anni. Tanto che quest’estate, approfittando dei mutamento causati dal riscaldamento globale, è persino possibile il passaggio a Nord-Ovest, cosa prima impensabile, e partiranno le prime crociere che attraverseranno il Polo Nord, anche se di ghiaccio ormai rischiano di trovarne ben poco.

Lo scioglimento dei ghiacci del Polo è un processo ormai non più controllabile anche secondo gli scienziati più prudenti, che condividono le preoccupazioni di Wadhams. Peter Gleick, del Pacific Institute di Oakland, in California, premette che su questo tipo di previsioni si debba stare molto attenti, perché quelle che si rivelano sbagliate gettano discredito su tutta la comunità scientifica.
Tuttavia secondo Gleick lo scenario ipotizzato dal collega di Cambridge è realistico, ma non si realizzerà prima del 2030-2050. Quel che è certo, concorda lo scienziato, è che il processo è ormai irreversibile. “Siamo come su un treno impazzito”, ha concluso,  “sul quale gli scienziati azionano continuamente il fischio, mentre i politici gettano carbone nella caldaia del motore”.

Le conseguenze del riscaldamento del Polo, fa notare Wadhams, sono già sotto gli occhi di tutti. Gli eventi meteorologici estremi sono all’ordine del giorno: cicloni “bomba” e tornado fuori stagione, inondazioni, tempo sempre più violento e imprevedibile.
Ma quando il Polo Nord si sarà dissolto, sarà una catastrofe ben peggiore: il tanto temuto innalzamento del livello dei mari avverrà inesorabilmente e l’acqua dolce immessa negli oceani modificherà il ciclo delle correnti, con conseguenze devastanti per il nostro Pianeta.