Green Pass per gli spostamenti: le nuove regole

Novità sull'uso del Green Pass sui mezzi pubblici: come cambiano le regole per gli spostamenti in base alla nuova ordinanza firmata dal Ministro della Salute e dei Trasporti

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Serena Proietti Colonna

Travel blogger

PhD in Psicologia Cognitiva, Travel Blogger, Coordinatrice di Viaggio e Redattrice Web di turismo, una vita fatta di viaggi, scrittura e persone

Novità per quanto riguarda l’uso del Green Pass sui mezzi pubblici italiani e in generale sugli spostamenti. Una decisione che arriva attraverso una nuova ordinanza firmata dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, e dal Ministro dei Trasporti, Enrico Giovannini. Vediamo insieme cosa cambia effettivamente per i viaggiatori con le nuove disposizioni pubblicate in Gazzetta Ufficiale e quindi già in vigore.

Dove serve esibire il Green Pass

In base alla normativa entrata in vigore dal 1° settembre scorso (e in vigore – per il momento – fino al 31 dicembre 2021), il Green Pass è obbligatorio per salire a bordo degli aerei, anche per voli di breve raggio, su navi e traghetti interregionali – a esclusione dello Stretto di Messina -, sui treni di tipo Intercity, Intercity Notte e Alta Velocità.

Obbligo di certificazione verde anche negli autobus adibiti a servizi di trasporto di persone prestati in modo continuativo o periodico su un percorso che collega più di due regioni e con itinerari, orari, frequenze e prezzi prestabiliti, e sugli autobus adibiti a servizi di noleggio con conducente, eccetto quelli impiegati nei servizi aggiuntivi di trasporto pubblico locale e regionale.

Green Pass sui treni: cosa cambia

Una delle maggiori novità di questa ordinanza è che il Green Pass deve essere controllato prima di salire a bordo, sopratutto nei grandi hub ferroviari come Milano Centrale, Roma Termini e Firenze Santa Maria Novella, ma anche dove possibile nelle altre stazioni. Sino a questo momento, infatti, la verifica del certificato verde avveniva direttamente a bordo treno. Ma è bene sapere che – come specificato nell’ordinanza – “qualora questo non fosse possibile, il controllo può essere effettuato dal personale di bordo insieme al controllo del biglietto di viaggio”.

Nel caso in cui ci sia anche solo un passeggero, a bordo treno, con sintomi riconducibili al Covid-19, la Polizia Ferroviaria e le Autorità sanitarie devono essere immediatamente informate. Una volta valutate le condizioni di salute del passeggero, si legge nell’ordinanza, “le autorità potranno decidere se fermare il treno per procedere ad un intervento o prevedere appositi spazi dedicati. L’impresa ferroviaria procederà successivamente alla sanificazione specifica del convoglio interessato dall’emergenza prima di rimetterlo nella disponibilità di esercizio“.

Un cambiamento importantissimo e che si unisce alle restrizioni previste per il numero massimo dei passeggeri ammessi nelle aree di attesa comuni, nel rispetto delle disposizioni di distanziamento fra le persone di almeno un metro.

Cosa cambia per il trasporto pubblico locale

Il Green Pass per accedere ai mezzi adibiti al trasporto pubblico locale rimane non obbligatorio. Tuttavia, ci sono degli importanti cambiamenti anche per quanto riguarda questo settore. Innanzi tutto, nei bus e nei tram è previsto il riavvio graduale della vendita dei biglietti e delle attività di controllo a bordo. Torna, inoltre, la possibilità per i passeggeri di usare la porta anteriore, quella vicina al conducente, purché ci sia un pannello divisorio per proteggere autista e passeggero da un eventuale contagio. Fino ad ora, infatti, per salire e scendere si potevano usare solo la porta centrale e quella posteriore.

Ma anche in questa circostanza vige la regola già attiva nel trasporto ferroviario: in caso di mancato rispetto delle regole e delle norme di sicurezza indicate, anche attraverso cartelli posizionati all’interno dei mezzi, tram, metro e bus potranno essere stoppati.

Le comunicazioni a bordo dei mezzi verranno, inoltre, aggiornate in relazione all’evolversi delle disposizioni in materia, anche mediante apposizione di cartelli che indichino le corrette modalità di comportamento dell’utenza.

Resta, chiaramente, l’obbligo dell’uso dei dispositivi di sicurezza come la mascherina e il gel igienizzante per le mani.

Green Pass per taxi e noleggio con conducente

Novità anche per quanto riguarda l’uso dei taxi e delle auto a noleggio con conducente (NCC). In questi casi, il guidatore ha l’obbligo di indossare la mascherina e di essere in possesso del Green Pass, documento non necessario per chi sale a bordo.

È bene, inoltre, che nell’automobile siano installate paratie divisorie tra conducente e passeggero. Ma non solo, i sedili posteriori non possono essere occupati da più di due passeggeri, a meno che non facciano parte dello stesso nucleo familiare. Nell’ordinanza si legge anche: “evitare che il passeggero occupi il posto disponibile vicino al conducente”.

Le ipotesi sull’uso del Green Pass in Italia

La quarta ondata di Covid-19 continua a spaventare tutti i Paesi d’Europa a tal punto che in molti di questi sono state reintrodotte  – e continuano a esserlo – norme restrittive (per un approfondimento a tal proposito cliccate qui). Per questo motivo, anche in Italia il governo sta valutando nuove misure anti Covid-19 da attuare nell’immediato.

Secondo le prime indiscrezioni, il governo italiano sembra voler seguire il modello del Green Pass 2G tedesco. Attualmente, regioni e governo sono d’accordo: il sistema dei colori basato sull’incidenza dei contagi, riempimento di aree mediche e terapie intensive negli ospedali, garantisce che scattino limitazioni importanti nel caso in cui lo scenario dovesse aggravarsi.

Tuttavia, a dividere maggioranza e governatori, c’è la questione relativa a chi è vaccinato e chi non lo è. E, in base a quanto riportato da Il Corriere della Sera, l’orientamento all’interno del governo punterebbe a garantire maggiori libertà ai vaccinati, con una lieve correzione alle regole del Green Pass solo nel caso in cui si passi in zona arancione, se non addirittura rossa.

In tali casi, l’idea è di permettere l’ingresso in ristoranti e alberghi solo a vaccinati e guariti. Il tutto con il fine di garantire salute e sicurezza, ma anche la libertà di svolgere le attività essenziali, compreso il lavoro.

Si valuta, inoltre, di ridurre i tempi di durata del certificato, inclusi quelli relativi ai tamponi che permettono di ottenerlo. Dovrebbe, infatti, passare da 12 a 9 mesi. Su questo argomento, però, il governo non dovrebbe esprimersi prima di dicembre, quando si andrà a decidere anche sull’eventuale proroga dello Stato di emergenza.

Per quanto riguarda i tamponi, l’ipotesi al vaglio sarebbe quella di portare la validità del Green Pass per i test antigenici a 24 ore, rispetto alle 48 attuali.

Per concludere, vi ricordiamo che è già possibile prenotarsi per la terza dose di vaccino. Per maggiori informazioni su come riservarla nella vostra regione di appartenenza vi invitiamo a cliccare qui. Mentre se volete sapere come ottenere il Green Pass dopo la dose booster e tutte le novità al riguardo potete leggere questo nostro approfondimento.