Green Pass, sui social scoppia il caos

Il ministero della Salute nel mirino di vaccinati, guariti, tamponati che non riescono ad ottenere il Green Pass per viaggiare

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Redazione

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Dal 1° luglio è entrato in vigore il Green Pass europeo (EU Digital Covid Certificate), ma nel nostro Paese è ancora caos e non tutti lo possono utilizzare. A cosa serve il Green Pass? A viaggiare all’estero per turismo (per lavoro si è sempre potuti partire), finalmente, dopo circa un anno di stop. E se non viaggiamo d’estate quando lo facciamo?

Infatti, ora che siamo alla vigilia delle vacanze, sui social è scoppiato il caos del Green Pass, la fanpage Facebook del ministero della Salute è presa d’assalto da vaccinati, guariti, tamponati e chi più ne ha più ne metta che non ha ancora potuto scaricare il proprio documento (digitale o cartaceo) e che attende risposte che non arrivano.

Abbiano cercato di fare un po’ di chiarezza, per tutti coloro che hanno riscontrato problemi e per non farli sentire più soli. Andiamo per ordine.

Perché serve il Green Pass

Il Green Pass italiano dovrebbe – il condizionale è d’obbligo perché è questo il vero motivo del caos in questo momento – arrivare a tutti coloro che hanno ricevuto entrambe le dosi di vaccino (una sola con il Johnson&Johnson).

I messaggi contenenti il codice del proprio Green Pass che arrivano via e-mail o sms sono partiti a fine giugno, anche per coloro che sono stati vaccinati a febbraio, perché il Green Pass, nonostante se ne parlasse da mesi ormai, non era ancora pronto.

Quindi, chi ha avuto il vaccino all’inizio della campagna vaccinale ha ricevuto la notifica del Green Pass insieme a chi lo ha fatto due giorni prima e per tutti questi mesi, per viaggiare, ha dovuto fare tamponi a non finire.

Quando arriva il Green Pass

Ma il problema ora non è questo, purché arrivi puntuale il Green Pass. Per chi ha avuto le due dosi dovrebbe arrivare anche il giorno successivo o al massimo due giorni dopo (molti Paesi esteri chiedono che siano trascorsi almeno 14 giorni prima di riconoscerlo come effettivo, però, quindi non è detto che si possa partire subito in tutta tranquillità). Ma qui casca l’asino.

Green Pass anche con una sola dose di vaccino

In teoria, il Green Pass dovrebbe arrivare, sempre nelle stesse modalità, anche a chi ha ricevuto una sola dose di vaccino. Perché sia valido per viaggiare all’estero però è necessario fare un tampone prima di partire perché di fatto non si è concluso l’iter vaccinale. Peccato che molti di coloro che hanno avuto la prima dose non abbiano ricevuto né e-mail né sms a distanza di giorni. La notifica del Green Pass dovrebbe arrivare nell’arco di 10-15 giorni, ma ciò spesso non avviene.

Green Pass per chi ha avuto il Covid-19

E non è l’unico problema: il Green Pass spesso non tiene presente del fatto che, chi ha avuto il Covid – magari anche in forma pesante – deve fare un solo vaccino e, anche se prima o poi il messaggio arriva, riporta un errore indicando “1/2” (che significa una dose su due e quindi con validitá temporanea) anziché “2/2” come chi ha ricevuto entrambe le dosi.

Sembra, invece, essere stato risolto il problema tecnico per cui, chi voleva scaricarlo dalla app “Immuni”, nei primi giorni non riusciva a farlo. Tutto ha funzionato bene con la app “Io”.

Da dove scaricare il Green Pass

Come ricorda il sito governativo dedicato alla certificazione verde (qui il link), è sufficiente inserire il codice di avvenuta vaccinazione, di test negativo o di guarigione da Covid-19 ricevuto via e-mail o sms insieme agli ultimi otto numeri della tessera sanitari in questa pagina web oppure utilizzando la SPID a questo link o ancora dopo aver scaricato una delle due app “Immuni” o Io” e, presto, anche dal sito del Fascicolo Sanitario Elettronico Regionale.

Perché il caos Green Pass crea problemi

Tutta questa confusione nella ricezione dei messaggi, siano essi e-mail o sms, da parte del ministero crea, di fatto, un grosso problema a chi deve partire per l’estero, perché, senza il Green Pass bisognerà fare tamponi prima di viaggiare e al rientro in Italia, tamponi ancora molto (troppo) costosi. Se poi si parte in famiglia, l’esborso è assolutamente esagerato. I prezzi dei tamponi rapidi si aggirano sui 20-40 euro mentre i tamponi PCR, nel caso qualche Paese lo richiedesse, partono da un minimo di 55 euro fino anche 120 euro, come un biglietto aereo di sola andata Milano-Atene. Tanto vale restare in Italia. Forse qualcuno sta cercando di mettere i bastoni tra le ruote di chi vuole andare all’estero e quindi gli fa comodo anche così. A pensar male…