Sono sulle isole Borromee i giardini più belli d’Italia

Tra i Grandi Giardini Italiani entrano quattro meraviglie che appartengono a quel luogo spettacolare che è il Lago Maggiore

Sono quattro i nuovi ingressi nei Grandi Giardini Italiani. Tutti appartengono all’area del Lago Maggiore. Sono luoghi unici e anche un po’ magici, fatti di enormi prati e di coloratissimi fiori. L’Isola Bella, l’Isola Madre, la Rocca di Angera che appartiene al Principe Vitaliano Borromeo e il Parco di Villa Pallavicino entrano a far parte di un circuito dedicato alla natura, che è capace di regalare esperienze straordinarie.

Di tutto il Nord Italia, le Isole Borromee sono tra i luoghi più spettacolari. Merito anche dell’estrema cura con cui i loro giardini sono tenuti. Le collezioni botaniche, qui, sono sottoposte ad altissimi livelli di manutenzione e di questo trattamento ne beneficerà anche il Parco di Villa Pallavicino, parte del circuito turistico Borromeo da luglio 2017.

I quattro nuovi ingressi dei Grandi Giardini Italiani offrono ciascuno uno spettacolo diverso e una diversa tipologia di parco. A cominciare dall’Isola Bella, col suo giardino all’italiana. Innalzato in molte parti su terrazze artificiali, ha nel cuore il Teatro Massimo, splendida unione tra architettura e vegetazione sormontata dall’imponente statua dell’unicorno. Ci sono piante rare e imponenti: l’albero della canfora, agrumi insoliti a queste latitudini, rose, camelie e rododendri. E, a passeggio per il parco, splendidi pavoni bianchi, come se ci si trovasse in un Eden.

Gemella dell’Isola Bella, è l’Isola Madre, col suo lussureggiante giardino all’inglese e i fiori straordinari: camelie, azalee, magnolie e bougainville incontrano colorati tappeti, pergolati di glicini e laghetti di ninfee. Simbolo dell’isola, il Cipresso del Kasmhir, divelto da una tromba d’aria e oggi miracolosamente rifiorito.

La Rocca di Angera domina il versante meridionale lombardo del Lago Maggiore. La sua architettura è il risultato di interventi avvenuti tra il 1000 e il 150, ed è straordinariamente possente. Tra gli arredi antichi e i tanti affreschi sorge qui il più importante museo dedicato alla bambola e al giocattolo. Il suo Giardino Medievale è stato ricostruito a partire da documenti dell’epoca, da cui sono state ricavate le piante a quel tempo utilizzate come cibo, come medicina, per ricavare tessuti o colori. Piante antiche che, oggi, qui, crescono spontanee.

Infine, il Parco della Villa Pallavicino. Una villa che, a Stresa, passò nel 1862 tra le mani dei marchesi Pallavicino, che ne arricchirono il parco con serre e con viali. Oggi, i suoi 15 ettari sono pieni di castagni secolari, tulipani, faggi rossi, larici, querce. E c’è persino un Cedro del Libano. Col risultato di una scenografia paradisiaca.