GRAArt, Urban Art sulle pareti del Grande Raccordo Anulare

Col progetto GRAArt, Roma accende i riflettori sulle sue periferie. E disegna un percorso artistico attorno al Grande Raccordo Anulare

Il Grande Accordo Anulare? Non è solo traffico, macchine incolonnate e (tanto) smog. È anche colore: quello di straordinarie opere d’arte, che ripercorrono la storia di Roma e che portano la firma di artisti da tutto il mondo.

Il merito va al progetto di Arte Contemporanea Urbana GRAArt, il cui obiettivo è ben chiaro: sottolineare la ricchezza culturale e artistica della Città Eterna, valorizzare le storie che nei secoli l’hanno vista protagonista, ricucire quell’innegabile strappo che c’è tra la Roma dei monumenti e la Roma delle periferie.

Perché è proprio questo che fanno, le opere di Urban Art di GRAArt: portano il colore laddove, di colore, non ce n’è. Portano la bellezza in mezzo al grigio, e sono tutte legate a miti, leggende, ad aneddoti dimenticati che rimandano alla storia di quelle zone della città. Ecco dunque che, se gli artisti sono chiamati a raccontare le periferie romane, i turisti sono invitati a scoprirle. Come? Con percorsi d’arte e di cultura attorno al Grande Raccordo Anulare. Percorsi che non solo permettono di ammirare da vicino quegli straordinari murales, ma che sono anche un affresco della storia della Roma antica e moderna. Una Roma che, alla street art, è da sempre vicina.

È un tour a tappe, quello proposto da GRAArt: quella che è un’enorme infrastruttura urbana cambia volto, si trasforma nel circuito d’un insolito tour, dove ogni singola tappa racconta una vicenda legata a Roma e ogni opera d’arte è un indizio di un’originalissima caccia al tesoro.

GRAArt, Urban Art sulle pareti del Grande Raccordo Anulare

Ad esempio, sulla via Appia è possibile vedere “La vita e la morte” di Camilla Falsone. Lungo uno strada di sepolcri e mausolei, l’artista italiana ha fatto vivere i suoi bucrani (teschi di bue), in genere dipinti su mausolei e altari sacrificali, e qui chiamati a sostituire cavalieri e creature fantastiche tipiche dell’immaginario fiabesco. Mentre, in via Casal del Marmo, il duo Lucamaleonte col suo “Il Martirio di Rufina e Seconda” riproduce un particolare dell’opera “Martirio delle sante Rufina e Seconda” del 1625 che racconta – appunto – il martirio delle due sorelle cristiane, avvenuto a Roma nel 257 d.C.

Ma sono davvero tante, le opere che il Grande Raccordo Anulare lo colorano. Sono tutte da scoprire, come a prender parte ad una via crucis d’arte e di ricordi. E a voler scoprire il lato bello delle periferie che, spesso dimenticate, sono – in realtà – l’autentico cuore d’una città.