Gobi Heaven, il festival di arte e musica nella profonda Mongolia

La versione asiatica del famoso Burning Man americano

In Mongolia, dall’1 all’8 agosto, si è tenuto un festival dedicato all’arte e alla musica: il Gobi Heaven, simile al famoso Burning Man che si svolge in Nevada.

Con un viaggio di nove ore da Pechino, i festaioli si sono radunati nel deserto del Gobi dormendo nel desert space, un’area delle dimensioni di 6 campi da calcio, dove il clima, a volte, è davvero difficile da sopportare: 34-36 gradi di giorno e 10 di notte.

In tutto sono stati stimati tra i 6000 e gli 8000 partecipanti che non si sono lasciati intimorire nemmeno dalle tempeste di sabbia e dalle violenti piogge.

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L’organizzazione del Gobi Heaven Festival, ha richiesto due anni e un finanziamento di 50 milioni di yuan (quasi 6 milioni e mezzo di euro) da parte del China Cultural Media Group, investitori privati e alcuni sponsor. Tuttavia, nonostante alcune somiglianze con il Burning Man in Nevada, il festival in Mongolia è mosso da un orientamento più commerciale e ha sviluppato i suoi principi, ispirati al Burning Man ma meno radicali. Infatti, dove il festival americano parla di “radical inclusion, radical self-reliance, radical self-expression”, in Mongolia sono stati preferiti termini come “make friends, stay unique, don’t rush to the judgement”.

Il costo del biglietto giornaliero andava dai 10 ai 30 euro, in modo da incoraggiare gli abitanti delle comunità locali a prendere parte alla manifestazione. Molte persone hanno anche contribuito alla riuscita dell’evento, vendendo cibo all’esterno del Gobi Heaven.

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Inizialmente vi erano alcune regole che sono state pensate per rendere l’esperienza il più immersiva possibile, come la totale assenza delle linee telefoniche dagli smartphone ma, dal momento che i partecipanti non riuscivano a mettersi in contatto con gli amici e ad incontrarsi, sono state modificate in modo da facilitare l’arrivo dei campeggiatori.

Il fondatore cinese Le Chen spera che il Gobi Heaven Festival raggiunga la propria fama senza dover necessariamente ricordare il Burning Man americano, in quanto ritiene che non tutte le attività che si svolgono in un deserto, dove si accende un fuoco, devono essere chiamate Burning Man. Inoltre, ha specificato che il Gobi Heaven è cultura. Di certo non è passato inosservato. Voi cosa ne pensate? Vi piacerebbe partecipare ad una delle prossime edizioni?

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