Gelata nei vigneti di Borgogna e Loira: si accendono falò per scongiurare il disastro

E' una delle gelate più gravi di sempre: i contadini accendendo fuochi nella notte

Sarà una primavera che verrà ricordata a lungo quella del 2016 nei vigneti di Loira e Borgogna, in Francia. L’ondata di maltempo che ha colpito l’Europa ha determinato una delle gelate più gravi di sempre nelle vigne delle regioni d’Oltralpe. La notte tra il 26 e il 27 aprile scorso, nella Valle della Loira le temperature si sono abbassate fino a -4 gradi, con punte che sono arrivate a -6 gradi.

Il gelo è particolarmente dannoso, anzi una vera e propria calamità per i vigneti. “Succede che di tanto in tanto i rischi climatici mettano a repentaglio il nostro raccolto. Quest’anno si tratta di un tipo di gelo paragonabile a quello del 1991. Ma nel 1991, a differenza di oggi, avevamo maggiori scorte di magazzino e liquidità”, ha spiegato il viticoltore locale Jean-Martin Detour. A rischio l’annata “tra il giugno 2017 e il giugno 2018, quando i vini saranno venduti e pagati”.

Nella notte tra il 26 e il 27 aprile scorso gli agricoltori, secondo antiche pratiche ancestrali, hanno acceso fuochi tra i filari, nel tentativo di aumentare la temperatura tra le viti. Si tratta di una tecnica arcaica e molto spettacolare e suggestiva, con focolai puntiformi che brillano nei vigneti nel buio della notte.

Ma non è detto che il peggio sia passato. Il calendario contadino della viticoltura suggerisce infatti di passare, trattenendo il fiato, il passaggio dei Santi Mamerto, Pancrazio, Servazio e Bonifacio di Tarso, ovvero la sesta settimana dell’equinozio di primavera, attorno al 14 maggio.  Ma sarà solo passato il 25 maggio, a Sant’Urbano, che i viticoltori potranno stare definitivamente tranquilli.