Estate in Puglia: tutti pazzi per i trulli con la piscina

Boom di richieste per trascorrere le vacanze estive in un tipico trullo pugliese con tanto di piscina

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Un gruppo di associazioni che rappresenta più di 700 strutture ricettive in tutta la Puglia ha deciso di collaborare al fine di sostenere il turismo extralberghiero nella Regione e di promuoverne un tipo di offerta turistica esperienziale, che metta in risalto il fascino architettonico di masserie, trulli, centri e palazzi storici, nonché l’eccellenza dei prodotti enogastronomici degli agriturismi.

Tra bed and breakfast, case-vacanza, affittacamere e agriturismi, si parla di un terzo dell’offerta ricettiva da parte del settore extralberghiero sul territorio pugliese. E la richiesta per questo tipo di soluzione da parte dei vacanzieri è grande.

Boom di vacanze nei trulli

Pare, infatti, che per l’estate ci sia stato un boom di richieste per soggiornare nei tipici trulli pugliesi, specie se hanno a disposizione anche una piscina. In un’estate all’insegna del distanziamento sociale, della “staycation” – un termine coniato negli Stati Uniti che sta a indicare una vacanza in un luogo che non è poi così lontano dalla propria residenza – e della vacanza rurale a contatto con la natura, trascorrere una vacanza in famiglia in un trullo sembra essere la soluzione più adatta.

I trulli sono costruzioni caratteristiche dell’altipiano della Murgia, e principalmente della Valle d’Itria, la porzione meridionale dell’altipiano. I più famosi sono i trulli di Alberobello, che sono stati inseriti dall’Unesco nella lista dei Patrimoni mondiali dell’umanità, ma se ne trovano sparsi un po’ qua e un po’ là in provincia di Foggia e in provincia di Bari, specie nella zona compresa fra Barletta e Ruvo.

La storia dei trulli

Hanno un’origine preistorica, ma quelli che vediamo oggi sono molto più recenti e datano all’incirca al XIV secolo. Sono fatti di pietra calcarea e rappresentano uno degli esempi più straordinari di architettura popolare italiana. In un periodo storico in cui si impediva la costruzione di fisse dimore, gli abitanti di queste terre dimostrarono una grande capacità di adattamento e una eccezionale ingegnosità, inventando delle case precarie in gradi di essere smantellate in fretta.

In realtà, i trulli sono sopravvissuti fino ai giorni nostri, certo con i dovuti restauri e un ottimo lavoro di recupero. Non sempre hanno forme e dimensioni uguali. Spesso sono a costruzione unica oppure accostati in un complesso di abitazioni comunicanti. Alcuni raggiungono anche i due piani.

La maggior parte ha il tetto grigio a forma di cono, che termina con una palla o una semisfera. L’interno, a camera unica, raccoglie nicchie per il camino, il letto e i vari arredi. Questo tipo di struttura permette un’ottima climatizzazione interna che rimane fresca d’estate e accogliente d’inverno.

La seconda vita dei trulli

Molti pugliesi hanno ristrutturato i trulli di famiglia per trasformarli in abitazioni. Un buon numero di essi è stato venduto agli stranieri appassionati di questa terra baciata dal sole, specie nordeuropei e americani, innamorati dal fascino dell’Italia, ma ne restano ancora molti che possono essere affittati per le vacanze.

I più belli hanno anche la piscina, servizio che quest’anno è tra i più richiesti, per non essere obbligati ad andare al mare e sulle spiagge affollate. In realtà potrebbe non essere proprio così, visto che la Regione Puglia ha emanato delle chiare direttive anti Covid-19.

A partire dal 25 maggio, infatti, entrerà in vigore l’ordinanza balneare che durerà fino al 30 settembre. Sarà possibile accedere liberamente ai circa 900 chilometri di costa pugliese. Dall’1° luglio, poi, potranno riaprire gli stabilimenti balneari che dovranno tassativamente richiudere gli ombrelloni il prossimo 6 settembre.

In generale, valgono le limitazioni, il distanziamento tra le persone e gli obblighi di tracciamento dettati a livello nazionale e dalle ordinanze emanate dalla Regione Puglia. Poi, i 69 Comuni costieri potranno svolgere individualmente ulteriori attività di sorveglianza finalizzate al contenimento dell’emergenza sanitaria, avvalendosi di volontari, enti pubblici o privati.