Il faro di Capo Gallo è un’opera d’arte

Nella riserva naturale siciliana vive l'eremita Isravele che ha trasformato un antico Semaforo borbonico nel proprio santuario. I turisti sono off limits

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SiViaggia

Redazione

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Il faro di Capo Gallo domina una riserva naturale della Sicilia gestita dall’Azienda Foreste Demaniali fin dal 2001.
Sono stati sistemati sentieri, creati muretti, staccionate e recinzioni, per dare ai visitatori la possibilità di godere appieno della bellezza del luogo pur nel completo rispetto dell’ambiente.

In questo luogo d’incanto vive l’eremita Nino, noto anche col nome di Isravele, che ha scelto di consacrare il suo personalissimo “santuario”, ricavato all’interno del Semaforo borbonico, un vecchio faro poi utilizzato come osservatorio militare.

Dal 1997 l’eremita vive dentro al faro. Se il presidio, che ricade all’interno della riserva naturale di Capo Gallo, è ancora in piedi, lo si deve a lui e ai suoi interventi di ristrutturazione. Il lavoro più grande è di aver ricoperto gli interni del faro con straordinari mosaici dal fortissimo impatto visivo.

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Sfruttando le sue conoscenze nel campo edile, dato che da giovane faceva il muratore, ha migliorato il luogo preservandolo dalla catastrofe dovuta all’incuria e alla mancanza di manutenzione.

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La sua arte si rifà al simbolismo della religione Cristiano Cattolica e a quella ebraica, ma trovano spazio anche riferimenti all’arte araba o che non hanno una storia vera e propria ma che sono frutto della sua fantasia.

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Il faro è raggiungibile dalla Torre di Mondello, si accede alla riserva percorrendo un sentiero – a pagamento – costiero che arriva fino a Capo Gallo. Ogni tanto qualche turista escursionista capita da queste parti, ma non è chiaro se Isravele ne sia contento oppur no. Magari portando con voi qualche approvvigionamento sarete accolti con un po’ di calore. Chissà.