Egitto, scoperta la tomba del custode dei tesori reali

L'Egitto, nonostante la delicata situazione che stiamo vivendo quest'anno, continua a fare emergere incredibili scoperte dalla sua terra, come la tomba appena rinvenuta

Che l’Egitto sia un paese che cela numerosi tesori è cosa ormai certa. E lo è a tal punto che, nonostante le limitazioni imposte e la difficile situazione dovuta alla pandemia di Covid-19, innumerevoli patrimoni continuano a emergere dalle sabbie del deserto. È di pochi giorni fa, per esempio,  la scoperta importantissima di Saqqara, mentre della settimana scorsa è l’altrettanto straordinario ritrovamento avvenuto nella necropoli di Tuna el-Gebel nel Medio Egitto, dove è emersa la tomba del custode dei tesori reali.

Un’incredibile scoperta annunciata dalle autorità del Paese del Nilo che hanno reso noto che è stata rinvenuta la tomba intatta di un personaggio chiamato Badi Eset (o Pa di Eset) il quale fu sicuramente uno degli uomini più potenti d’Egitto. Questo, infatti, era il custode del tesoro reale il cui lavoro principale era quello di occuparsi del mantenimento delle residenze del faraone (XXVI dinastia, 664-525 a.C.).

Ad oggi quello che c’è stato restituito dalla terra e dal duro lavoro degli archeologi è un’opera pregiatissima e costituita da un pozzo funerario di 10 metri di profondità che conduce a un’ampia stanza con nicchie scavate nelle pareti.

Ma non è finita qui, in due di queste rientranze sono state rinvenute altrettante statue di pietra calcarea. Una di queste rappresenta un bovino, forse il dio toro Api, e l’altra, invece, è una statua femminile, probabilmente anche questa una divinità.

Inoltre, all’interno della stessa interessantissima tomba sono stati rinvenuti i vasi canopi, perfettamente conservati. Recipienti utili a contenere le viscere del defunto estratte durante il processo di mummificazione.

E a tal proposito Mustafa Waziri, segretario generale del Consiglio Superiore di Antichità d’Egitto, ha spiegato che: “Si tratta di uno dei migliori esempi di vasi canopi mai stati rinvenuti. Realizzati in alabastro, hanno la forma dei quattro figli di Horus e portano incise le cariche e il nome del defunto“.

Nella sepoltura sono state, inoltre, localizzate circa 400 ushebits (figure funerarie) di faience, un tipo di ceramica di quarzo blu e verde, che vantano anch’esse il nome del proprietario.

Infine, gli archeologi hanno avuto modo di far conoscere al mondo anche altri 6 pozzi funerari appartenenti a diversi membri della famiglia di Badi Eset, che contenevano circa altri 1000 ushebits, diversi vasi canopi, amuleti, scarabei e una serie di recipienti di ceramica e, insieme a questi reperti, c’erano anche 4 sarcofagi antropomorfi di pietra completamente sigillati.

Insomma, le meraviglie d’Egitto sembrano davvero non finire mai, considerando che solo in questa zona, nel 2018, erano state portate alla luce numerose sepolture di alti sacerdoti di Thot, il dio della scrittura, così come di altri importanti funzionari, e la settimana scorsa, dentro un pozzo di cinque metri di profondità, era stato localizzato un sarcofago di pietra appartenente a un sommo sacerdote di questa divinità chiamato Djehuty Imhotep, risalente anch’esso alla XXVI dinastia.

Tuna el Gebel scoperta egitto
Fonte: Wikipedia
Necropoli Tuna el Gebel, @Wikipedia – Ph: Roland Unger