Come i viaggiatori stanno salvando le isole esterne delle Seychelles

In queste zone remote, selvagge e stupende i viaggiatori rappresentano una risorsa che è in grado di preservare le bellezze del luogo

Le isole esterne delle Seychelles sono uno dei posti più belli della Terra e allo stesso tempo ancora molto vulnerabili. Sono composte da cinque gruppi di isole coralline, luoghi remoti e preservati, disseminati per centinaia di chilometri in direzione sud-ovest rispetto al gruppo principale collocato intorno a Mahé.

Caratterizzate da un’abbondanza di vita marina, coste incontaminate e avifauna esotica, questi piccoli atolli si possono raggiungere con un viaggio di un’ora o due ore e mezzo dall’isola principale di Mahé e qui si trovano alcuni posti suggestivi. Qualche esempio? Il gruppo di Aldabra, un atollo che si trova 424 chilometri a nord-ovest del Madagascar e 1150 km a sud-ovest di Mahé, considerato un patrimonio mondiale dell’Unesco e noto perché ospita la più grande popolazione di tartarughe giganti del mondo. C’è poi anche Alphonse, la prima isola delle Seychelles a dipendere dall’energia solare e il disabitato Cosmoledo, noto per le sue barriere coralline straordinariamente incontaminate.

A rendere così uniche le isole esterne il fatto che queste realtà sembrano essere state congelate nel tempo, grazie anche all’impossibilità di raggiungerle con facilità. Ecco che allora, per preservare questo meraviglioso patrimonio, un ruolo cardine ce l’hanno anche i viaggiatori. Proprio perché si tratta di luoghi difficilmente raggiungibili, non esistono qui le stesse pressioni subite da altri meravigliosi posti.

I pericoli, però, ci sono e, come segnala l’emittente televisiva statunitense CNN in un suo recente articolo dedicato al tema, sono rappresentati dall’inquinamento da plastica, la pesca eccessiva e il cambiamento climatico. Quest’ultimo, in particolare, ha innescato fenomeni difficili da arginare come violenti cicloni, soprattutto sull’isola di Farquha.

Ecco che allora il Governo locale sta investendo molto su progetti in grado di proteggere la vita marina e ad affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici, nella speranza di rendere entro l’anno il 30% delle acque nazionali delle aree protette.

Sul fronte viaggi, invece, stanno nascendo realtà che promuovono una serie di attività classiche come lo snorkeling, birdwatching e immersioni subacquee che si vanno ad associare alla piantumazione di nuovi alberi, alla pulizia della spiaggia (soprattutto dalla plastica e dai residui che prevengono dalle navi, come infradito e bottigliette di plastica) e escursione subacquee per raccogliere i detriti dall’oceano.

Il tutto soggiornando in alloggi estremamente sostenibili e pagando una piccola quota giornaliera, che potremmo definire simile ad una tassa di soggiorno, che verrà versata a fondazioni che realizzeranno iniziative ecologiche e ambientali. Soluzioni che piacciono moltissimo ai turisti che apprezzano viaggi sostenibili e nella natura, che sono attratti dalle bellezze di questi splendidi luoghi e che allo stesso tempo vogliono preservarle al massimo.

Una piccola parentesi, infine, è riservata ai risvolti che il Coronavirus ha riservato anche a questi paradisi. Proprio per preservare la sicurezza di luoghi e persone, al momento le Seychelles hanno riaperto al turismo ma possono entrare qui solo i visitatori vaccinati e i viaggiatori che presentano test negativi al Covid-19, con l’accortezza di auto-isolarsi per 10 giorni.

Aldabra
Fonte: iStock
Una delle isole esterne delle Seychelles, Aldabra