Il Parlamento europeo di Strasburgo ha approvato una nuova direttiva che regola l’utilizzo dei dati del codice di prenotazione, il controverso registro dei passeggeri aerei (PNR – Passenger Name Record), ai fini di prevenzione, accertamento, indagine e azione penale nei confronti dei reati di terrorismo e di reati gravi. Le compagnie aeree saranno obbligate a comunicare alle autorità i dati dei passeggeri per tutti i voli provenienti da Paesi terzi verso l’Unione Europea e viceversa.
Il PNR conterrà i dati anagrafici e le informazioni sul viaggio, ma anche dati sensibili come le preferenze del pasto a bordo – che talvolta sono un elemento indicativo dell’orientamento religioso -, esigenze sanitarie e metodo di pagamento del biglietto con i relativi codici.
I dati dovranno essere accessibili in chiaro alle polizie dei Paesi membri per 6 mesi ed essere poi disponibili fino a 5 anni, ma solo in caso di indagini su reati specifici. Dopo questo lasso di tempo, saranno cancellati.
Tale procedimento dovrebbe essere garantito – per leggi sulla privacy – da un’ente di supervisione indipendente.
Il sistema trae spunto da quello americano, dove una mole incredibile di dati viene raccolta e incrociata in tempo reale, a partire proprio dai viaggi in aereo.
Gli Stati Uniti usano queste tecniche dall’11 settembre. Lo stesso hanno fatto Canada e Australia. L’Europa finora aveva preferito tutelare il diritto alla privacy, a scapito della sicurezza, ma d’ora in avanti non sarà più così.